CASALGRANDE

Messe in latino: dal vescovo Morandi secco no a qualunque funzione religiosa

Il provvedimento riguarda due religiosi che seguono le indicazioni di Monsignor Lefevbre

Messe in latino: dal vescovo Morandi secco  no a qualunque funzione religiosa
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Dopo un tentativo di dialogo ora il rapporto tra Diocesi di Reggio Emilia - Guastalla e il gruppo di lefebriani con sede a Casalgrande Alto si fa più aspro.

Destinato a peggiorare

CASALGRANDE - Sembra destinato a peggiorare il rapporto tra Diocesi di Reggio Emilia . Guastalla e il gruppo di lefebriani con sede a Casalgrande Alto. Dal vescovo Giacomo Morandi giunge il perentorio divieto di svolgere qualsiasi tipo di attività spirituale. La misura, che appare quasi come un avvertimento, è valida sui territori amministrati dalla diocesi nei confronti di Claudio Crescimanno e Andrea Maccabiani.

Celebrano messe in latino

Come è noto si tratta di due sacerdoti che da tempo celebrano messe, rigorosamente in latino, senza autorizzazione da parte della Diocesi, su quanto aveva disposto Marcel Francois Lefevbre deceduto nel 1991.  I due religiosi operano in una cooperativa agricola sui colli di Casalgrande Alto.

Sulla loro attività sono sorte nel tempo voci ed impressioni come quella che, all'epoca  dell’emergenza Covid, ad esempio, non hanno osservato   le disposizioni anti-pandemia durante le adunanze dei fedeli. Accorgimenti che la curia aveva invece adottato. Molte le persone che dai vicini comuni modenesi vengono ad assistere alle  loro funzioni religiose.

Cosa gli viene contestato

Da un punto di vista strettamente religioso a Crescimanno viene contestata la “disobbedienza alla disciplina ecclesiale circa l’azione liturgica e l’amministrazione dei sacramenti” così come “l’appoggio a un presbitero ordinato illecitamente da un vescovo scismatico”. Il presbitero in questione è Andrea Maccabiani, al quale viene contestato proprio “il fatto di essere stato consapevolmente ordinato presbitero da un vescovo scismatico incorso nella pena della scomunica, nella persona di Mons. Richard Williamson”.

 

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