IL PROGETTO

Inaugurata "Casa Domani"

Si tratta di un progetto di residenzialità innovativa che accompagna i più fragili e i loro familiari in un percorso di integrazione sociale

Inaugurata "Casa Domani"
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E'  un modello abitativo innovativo riconosciuto tra i migliori a livello nazionale

Conquistare una propria autonomia

REGGIO EMILIA - Condividere il presente per conquistare una propria autonomia nel futuro. È con questo importante obiettivo che al numero 19 di Piazza Lino Grossi, a Reggio Emilia, nasce “Casa Domani”, una ‘residenza ponte’ pensata per far convivere persone con disabilità e studenti universitari, in un rapporto di mutuo sostegno all’insegna dell’inclusione e dell’autonomia. Affinché persone fragili possano intraprendere un percorso di integrazione sociale, con una propria indipendenza al di fuori della famiglia.

Un progetto innovativo

Un modello abitativo innovativo, riconosciuto tra i migliori a livello nazionale e nato da un progetto della ‘Fondazione Durante e dopo di noi’, che oggi è divenuto realtà grazie al sostegno e alla collaborazione di diverse realtà: la Regione Emilia-Romagna, che ha stanziato 120mila euro attraverso il Fondo per l’attuazione della legge sul ‘Dopo di noi’, il Comune di Reggio Emilia (che ha contribuito con 250mila euro), Acer Reggio Emilia, che ha messo a disposizione la palazzina completamente riqualificata, l’Università di Modena e Reggio Emilia, a cui sono iscritti studentesse e studenti che risiederanno a “Casa Domani”; non solo, perché al progetto hanno partecipato soggetti privati, associazioni e numerosi cittadini, con donazioni destinate all’acquisto di arredi e attrezzature.

Il progetto

“Casa domani” è un progetto di residenzialità innovativa che accompagna i più fragili e i loro familiari in un percorso di integrazione sociale all’interno di un contesto inclusivo, fondato sulla coesistenza e l’interrelazione di spazi abitativi privati e spazi pubblici condivisi, all’interno del quale le persone con disabilità possono essere supportate nello sviluppo di competenze utili alla gestione della vita quotidiana, anche grazie alla collaborazione del sistema dei servizi socio-sanitari reggiani.

Su due piani

L’edificio, di proprietà Acer, di cui la Fondazione Durante e Dopo di Noi ha acquisito per 20 anni il diritto di usufrutto, è costituito da tre appartamenti disposti su due piani, per un totale di oltre 300 metri quadrati di superficie. Al primo piano della palazzina, completamente riqualificata e priva di barriere architettoniche, dotata di ascensore, accessi autonomi agli alloggi, giardino e terrazza comuni, è allestito un appartamento destinato ad accogliere da 4 a 5 persone con disabilità, supportate da operatori Asp, figure di badantato e di portierato solidale, a cui sono affiancati – in accordo con l’Università di Modena e Reggio Emilia – studenti dell’ultimo anno iscritti a facoltà umanistiche e/o riabilitative per lo svolgimento di stage e tirocini. Al piano superiore, in un secondo appartamento, si sperimenteranno percorsi verso il “dopo di noi”, attraverso una progettazione individuale e di piccolo gruppo in forma intensiva (5 giorni a settimana), prolungata nel tempo (1 anno) e costantemente monitorata e accompagnata.

Al piano terra, oltre agli uffici della Fondazione, si trovano spazi per attività di portierato solidale per il sostegno notturno agli abitanti della palazzina e per l’accoglienza di persone con disabilità in caso di emergenza-urgenza. Inoltre, sono presenti una lavanderia comune, un ostello solidale e una sala polivalente comunitaria (con cucina) per dare vita a incontri di formazione, informazione e intrattenimento aperti al quartiere.

Le risorse

Un investimento complessivo, per la Fondazione Durante e dopo di noi, pari a 450mila euro, di cui 120mila euro di contributi della Regione Emilia-Romagna, a cui si aggiungono significative donazioni di privati e istituzioni destinate all’acquisto di arredi e attrezzature. Acer Reggio Emilia ha messo a disposizione la palazzina completamente riqualificata, su cui sono stati eseguiti lavori di adeguamento per circa 500mila euro, di cui 250mila euro finanziati dal Comune di Reggio Emilia.

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