L'indagine

Cresce oltre la media nazionale l'export alimentare nel reggiano

A Reggio Emilia sono 790 le imprese attive, le quali danno lavoro a 3.094 addetti

Cresce oltre la media nazionale l'export alimentare nel reggiano
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Ad agosto 2024, dato più aggiornato disponibile, è salito a 56,5 miliardi di euro, toccando il massimo storico dal 1995 di 2,6% sul PIL. Parliamo del Made in Italy di alimentare e bevande che, come si evince da un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, è uno dei fattori trainanti dell’economia nazionale.

8,8 miliardi di euro

REGGIO EMILIA - A livello regionale, per l’Emilia-Romagna, che contribuisce per il 15,8% all’export nazionale di alimentari e bevande, il valore delle esportazioni negli ultimi 12 mesi ammonta a 8,8 miliardi di euro pari al 10,6% dell’export manifatturiero.

Al secondo posto

L’Emilia-Romagna è la seconda regione dopo il Piemonte per maggior peso sul valore aggiunto delle vendite oltre confine di alimentari e bevande e prima per peso dell’export di alimentare.

Al ventiseiesimo posto

Tra le 34 province d’Italia con peso delle esportazioni di alimentare e bevande sul valore aggiunto superiore alla media nazionale, Reggio Emilia si piazza al 26esimo posto con un valore del 4,3%. Per quanto riguarda l’export, nel reggiano si osserva una crescita del 12,7%, superiore alla media nazionale.

Tredici prodotti

Se la nostra Regione si posizione al primo posto nel ranking nazionale per numero di prodotti alimentari di qualità, con 43 prodotti alimentari riconosciuti dall’Unione europea e registrati mediante i marchi DOP (Denominazione di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG (Specialità Tradizionale Garantita) lo deve anche ai 13 prodotti, 4 D.O.P. e 9 I.G.P., tipicamente reggiani. Il focus dell’ufficio studi Lapam Confartigianato si è concentrato anche sulle attività artigiane dell’alimentare: a Reggio Emilia sono 790 le imprese attive, le quali danno lavoro a 3.094 addetti.

Più attenzione

«Le tensioni geopolitiche e una più elevata incertezza determinano da un basso profilo della spesa per consumi e da un calo del potere d’acquisto, anche dei prodotti alimentari – afferma Daniele Casolari, responsabile delle categorie Lapam Confartigianato –. In questo periodo natalizio le famiglie mettono più attenzione ai prodotti che servono per le festività: alla luce di questi dati, il consiglio che vogliamo divulgare come associazioni è quello di privilegiare la qualità dei prodotti realizzati dalle imprese artigiane, per mettere sulle proprie tavole alimenti di gusto e valore, per rendere ancora più preziosi i momenti che si vivono con i propri familiari».

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