Reggio Emilia

Resta in carcere il boss Antonio Gualtieri

Intestazione fittizia finalizzata ad agevolare l'attività del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso sono i capi di imputazione

Resta in carcere il boss Antonio Gualtieri
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Altri colpi messi a segno dalla Polizia di Stato contro la criminalità organizzata.

Resta in carcere

REGGIO EMILIA - Intestazione fittizia finalizzata ad agevolare l'attività del sodalizio ‘ndranghetistico emiliano e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso sono i capi di imputazione riportati nella ordinanza applicativa delle misure cautelari personali e reali, emesse dal GIP presso il Tribunale di Bologna su richiesta della Procura della Repubblica di Bologna - Direzione Distrettuale Antimafia ed eseguite nelle scorse settimane dalla Squadra Mobile di Reggio Emilia a carico del boss Gualtieri Antonio.

Estorsione aggravata

Alla fine dello scorso mese di novembre, Gualtieri Antonio era stato condotto in carcere in esecuzione del fermo di indiziato di delitto emesso dalla Procura di Reggio Emilia in quanto gravemente indiziato del reato di tentata estorsione aggravata.

Arresti domiciliari

L'attività di indagine è proseguita dietro il coordinamento della Procura della Repubblica di Bologna - Direzione Distrettuale Antimafia, competente per materia, ed ha permesso da un lato di consolidare il quadro probatorio relativo al tentativo di estorsione aggravata perpetrato da Gualtieri, ma anche di acclarare che fosse lui a muovere le fila della società operante nel campo dell'edilizia e formalmente riconducibile ad un suo prossimo congiunto, finito pochi giorni fa agli arresti domiciliari, società che aveva contratto il credito oggetto del tentativo di estorsione.

Custodia cautelare

Sulla scorta delle risultanze dell'attività istruttoria, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna ha chiesto ed ottenuto dal GIP Distrettuale l’applicazione della custodia cautelare in carcere per Gualtieri Antonio, gli arresti domiciliari per il suo prossimo congiunto, indagato soltanto per l’interposizione fraudolenta aggravata, ed il sequestro dell'intero patrimonio aziendale della società composto da otto tra terreni e fabbricati, tra cui anche la lussuosa abitazione con piscina in cui il boss aveva scontato la detenzione domiciliare all'esito della condanna nel maxi processo Aemilia.

Carcere

Nei giorni scorsi il Tribunale del Riesame ha condiviso l'impianto accusatorio confermando il carcere per il boss. Il procedimento penale versa attualmente nella fase delle indagini preliminari e pertanto vige la presunzione di non colpevolezza a favore degli indagati, sino alla sentenza definitiv.

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