ECONOMIA

Settore moda: cresce l’export del tessile-abbigliamento e pelli ma non mancano i problemi

La conferma dall'ultimo studio sul settore da parte di Lapam Confartigianato

Settore moda: cresce l’export del tessile-abbigliamento e pelli ma non mancano i problemi

«La situazione non è sicuramente florida per le imprese del comparto. Ora è il momento di fare squadra per cercare di mantenere alto il livello qualitativo dei nostri prodotti Made in Italy». Paolo Leporati, presidente Lapam Confartigianato Moda, commenta con queste parole un’indagine dell’ufficio studi associativo che mostra numeri negativi per il settore moda nella provincia di Reggio Emilia.

Settore moda: cresce l’export del tessile-abbigliamento e pelli

REGGIO EMILIA – Il territorio reggiano mostra una dinamica più resiliente sul fronte del commercio estero. Nel primo semestre 2025, infatti, l’export del tessile-abbigliamento-pelli cresce del 7,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, risultando essere una delle uniche due province regionali, insieme a Bologna, a registrare un aumento delle vendite estere. Reggio Emilia rappresenta oggi oltre un terzo del valore delle esportazioni regionali del settore moda (32,2%). Sul fronte imprenditoriale, però, la situazione resta delicata, perché nel terzo trimestre 2025 si registrano 12 cessazioni di imprese del comparto moda in provincia di Reggio Emilia, di cui 9 artigiane, il cui impatto rimane significativo: 1,4 cessazioni ogni 100 imprese artigiane reggiane del comparto. Una possibile motivazione al calo delle imprese ma a un aumento dell’export potrebbe essere il fatto che nella provincia reggiana la concentrazione di grandi firme potrebbe catalizzare la maggior parte delle vendite estere, facendo registrare segni positivi al settore in questo campo.

Difficoltà

Tra le principali difficoltà che si registrano vi è quella di una concorrenza internazionale sempre più pressante. Sul settore della moda pesa l’evoluzione degli scambi internazionali. A livello nazionale, nei primi otto mesi del 2025 l’import di prodotti moda è cresciuto del 3,4%, con un forte aumento dei flussi da Paesi extra-UE (+8,2%). In particolare, le importazioni dalla Cina segnano un +11,8% e rappresentano ormai un terzo degli acquisti italiani extra-UE (34,3%). A livello regionale questa tendenza si conferma, con l’import di prodotti della moda in crescita del 6,6% nei primi sei mesi del 2025, di cui oltre il 62% proviene da Paesi extra-UE. In particolare la Cina, primo paese da cui provengono il 18,4% dell’import regionale, ha visto un +18,8% nel primo semestre 2025.

Dazi statunitensi

«A questo momento di difficoltà – conclude Leporatisi sono aggiunti anche i dazi statunitensi: i prodotti della moda sono il secondo settore del made in Emilia-Romagna più esportato in USA dopo l’alimentare, tra i settori a vocazione di MPI, e anche se possono contare su un forte posizionamento qualitativo, rischiano di risentire negativamente delle barriere commerciali. A questo si aggiunge il rischio che i prodotti cinesi, penalizzati dai dazi americani, vengano dirottati verso altri mercati entrando in concorrenza più diretta con l’Europa. Nonostante Reggio Emilia tenga con l’export, è bene non sottovalutare questi aspetti che potrebbero ricadere sulle realtà del settore nel prossimo futuro. L’incertezza che caratterizza la domanda mondiale sta influenzando anche l’offerta del settore moda specializzato nei beni di lusso. Si tratta quindi di una situazione davvero complicata: difficile vedere una luce in fondo al tunnel».