Il profumo delle Feste Natalizie si è cominciato a sentire già da qualche settimana. Le luci hanno iniziato a illuminare le città del territorio da alcuni giorni e le tavole cominciano a imbandirsi di prelibatezze, così come sotto gli alberi delle case compaiono pacchi ben incartati.
Per le spese natalizie i reggiani spenderanno quasi 250 milioni di euro
REGGIO EMILIA – Secondo un’analisi dell’ufficio studi Lapam Confartigianato, a livello provinciale, a Reggio Emilia e provincia a dicembre si stima una spesa natalizia complessiva pari a 248 milioni di euro dedicata a prodotti alimentari, bevande e altri prodotti e servizi regalabili in occasione delle feste, come abbigliamento e gioielleria, cristalleria, articoli per la casa, giochi, libri e trattamenti benessere.
Piccole imprese
Una quota rilevante di questa domanda è intercettabile dalle piccole imprese di prossimità e dall’artigianato, grazie all’attenzione per i prodotti locali. Nel 2024, in Italia, 12,1 milioni di persone, pari al 23,5% della popolazione di 14 anni e oltre, acquistano prodotti a chilometro zero, con una maggior diffusione tra le donne (25,2%). Un dato rilevante per le piccole imprese, visto che sei su dieci si rivolgono a clienti del proprio stesso comune, o tutt’al più a clienti della stessa regione.
Oltre nove mila addetti
Queste imprese danno lavoro a oltre 9 mila addetti nella provincia di Reggio Emilia, cioè quasi un terzo degli addetti del comparto artigiano. Il clima natalizio porta tradizionalmente una spinta ai consumi da parte dei cittadini. L’arrivo delle tredicesime aumenta il potere d’acquisto delle famiglie a livello nazionale: nell’ultimo trimestre dell’anno, infatti, i redditi da lavoro dipendente superano del 19,4% la media dei primi tre trimestri. E questo si riflette nelle vendite, sostenendo le spese in occasione di queste festività. Se si considera il triennio 2022-2024, il mese di dicembre registra un valore delle vendite al dettaglio superiore del 28,8% rispetto alla media degli altri 11 mesi, con una crescita del 21,6% nel caso dei prodotti alimentari e una crescita del 34,2% per quelli non alimentari.