La siccità colpisce ancora: in Appennino chiudono i rifugi
Il caldo torrido della scorsa estate ha presentato il conto anche in alta quota prosciugando le sorgenti
Nonostante sia autunno inoltrato, la siccità non smette di far sentire la propria presenza e di avere ripercussioni anche sui rifugi di montagna, costretti a chiudere o a ridurre l'attività per mancanza d'acqua.
In Appennino chiudono i rifugi
VILLA MINOZZO - Oggi tocca al rifugio dell'Appennino reggiano “Segheria”, nel territorio del Comune di Villa Minozzo, che il prossimo fine settimana resterà chiuso. “Siamo senza acqua sia per la turbina idroelettrica che per i rubinetti”, informano i gestori sui social. “Ci rivediamo presto“, aggiungono.
Sorgenti prosciugate
Si tratta della terza struttura che, come segnalato dal Cai di Reggio Emilia, si trova a fare conti pesanti per la mancanza d’acqua, utilizzata ad esempio per i servizi igienici e per lavare i piatti dei ristoranti (l’alternativa è usare quelli di plastica conferendo a valle più rifiuti).
Il caldo torrido della scorsa estate, insomma, ha presentato il conto anche in alta quota, prosciugando le sorgenti in cui i rifugi si approvvigionavano. É successo anche al rifugio “Battisti” di Ligonchio, che ha dovuto attuare pesanti misure per il risparmio idrico e di quello poco distante “Bargetana”, che si è visto costretto a ridurre i giorni di apertura, informando i clienti che i bagni sarebbero stati chiusi.