lotta alla criminalità organizzata

La Provincia di Reggio Emilia aggiorna i Protocolli antimafia

Il sindaco Luca Vecchi: "siamo un modello di riferimento per il resto d'Italia"

La Provincia di Reggio Emilia aggiorna i Protocolli antimafia
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La Provincia di Reggio Emilia ha aggiornato i Procolli antimafia e preso tutti i comuni aderiranno alle nuove direttive. Si tratta di un modello rigido, unico in Italia.

Protocolli antimafia aggiornati

REGGIO EMILIA - Il prefetto Iolanda Rolli, il presidente della Provincia Giorgio Zanni ed il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi hanno firmato un addendum ai Protocolli di intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore delle concessioni e degli appalti pubblici.

I fondamentali strumenti antimafia sono stati aggiornati da un lato per consentire la sottoscrizione anche da parte di quella dozzina di Comuni che, per varie ragioni, non aveva aderito ai protocolli del 2011 e il 2014, dall’altro per tener conto delle modifiche normative nel frattempo intervenute, con particolare riferimento alle soglie per i diversi tipi di affidamento.

Cosa prevedono i nuovi Protocolli

Nel dettaglio, l’addendum ai Protocolli reggiani prevede ora il controllo per servizi e forniture a partire dai 100.000 euro, stessa soglia dei subappalti.

Resta invariata – a 250.000 euro – la soglia di controllo per tutti i lavori pubblici, a fronte dei 5 milioni di soglia comunitaria prevista dalla normativa nazionale che, di fatto, escluderebbe dalle verifiche antimafia gran parte degli appalti.

Nei prossimi giorni, tutti i Comuni reggiani – con atto delle rispettive Giunte – aderiranno ai Protocolli di intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nel settore delle concessioni e degli appalti pubblici.

Contrastare ogni possibile pericolo di infiltrazione mafiosa

“Grazie al lavoro coordinato dalla Prefettura, il nostro territorio si conferma all’avanguardia sul fronte della legalità e del contrasto ai tentativi di infiltrazione mafiosa con questi strumenti che abbiamo adottato per proteggerci da quello che abbiamo imparato a conoscere da Aemilia in poi e che siamo convinti debbano essere estesi a tutto il Paese – commenta il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giorgio Zanni – L’elevato numero di interdittive emesse dalla Prefettura, oltre cento solo lo scorso anno, non va letto come un dato negativo, ma è la conferma dell’efficacia del lavoro svolto e dell’impegno di tutte le istituzioni nel contrastare ogni possibile pericolo di infiltrazione da parte della criminalità organizzata”.

Un modello di riferimento

“Non esiste nessuna città in Italia che abbia assunto protocolli così restrittivi e incisivi come abbiamo fatto in questo territorio – afferma il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi – Siamo un modello di riferimento nell’approccio al contrasto alle infiltrazioni dei clan nella pubblica amministrazione e soprattutto nel lavoro di collaborazione interistituzionale che coinvolge Prefettura, Comuni e Province”.

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