L'ex brigatista reggiano Azzolini indagato per la sparatoria alla Cascina Spiotta
Azzolini, oggi all'ergastolo, all'epoca era stato prosciolto dalle accuse
A cinquant'anni dalla sparatoria alla Cascina Spiotta, nuova svolta nelle indagini: la Procura di Torino sta infatti indagando l'ex brigatista reggiano Lauro Azzolini.
La sparatoria alla Cascina Spiotta
REGGIO EMILIA - A distanza di cinquanta anni potrebbe risolversi il mistero sul brigatista che riuscì a scappare durante la liberazione dell’imprenditore vitivinicolo Vittorio Vallarino Gancia, nella sparatoria con i carabinieri davanti alla cascina Spiotta, in provincia di Alessandria, in cui persero la vita la brigatista Mara Cagol, moglie di Renato Curcio, e l’appuntato Giovanni D’Alfonso e in cui due carabinieri rimasero feriti, e uno perse un braccio.
Indagato l'ex Br Azzolini
La Procura di Torino ha notificato un avviso di garanzia a Lauro Azzolino, 79 anni, all'epoca capo colonna delle Br, dalle quali si è poi dissociato. Condannato all'ergastolo per diversi atti terroristici e ottenuti i benefici di legge, oggi collabora con una cooperativa per disabili.
All'epoca Assolino era stato prosciolto dalle accuse della sparatoria e il prossimo 9 maggio il Tribunale di Torino deciderà se riaprire le indagini. Ad ogni modo, i suoi avvocati assicurano che Azzolino non ha nulla da temere.
Aperto un nuovo fascicolo
Nel 2022, a seguito della richiesta di Bruno D'Alfonso, figlio del militare deceduto, è stato aperto un fascicolo e oltre ad Azzolino è stato segnato anche il nome di Renato Curcio, 81enne, fondatore delle Br.
L'uomo ha negato ogni coinvolgimento nella vicenda e ha detto agli inquirenti di indagare ulteriormente sulla morte di Mara Cagol, deceduta a seguito di un proiettile che sembra l'abbia trafitta mentre si trovava in posizione di resa.
Curcio si dissocia dai fatti
Gli inquirenti ammettono che l'uomo non era presente alla sparatoria, ma essendo un pilastro delle Br, secondo la Procura organizzò e pianificò nei dettagli il sequestro di Vittorio Vallarino Gancia, figlio del proprietario della casa vinicola, avvenuto il 4 giugno 1975 e liberato il giorno dopo una sparatoria con i sequestratori.
Cucio ha ribadito di essere all'oscuro di tutto perché essendo evaso dal carcere di Casale Monferrato pochi mesi prima, si era nascosto lasciando il Piemonte.