Truffa all'Ausl su fornitura di mascherine: domiciliari per due imprenditori
Attualmente, oltre due milioni di mascherine e 300.000 euro di presunti profitti illeciti sono sotto sequestro
Due imprenditori sono finiti agli arresti domiciliari per aver messo in atto una truffa legata alla fornitura di mascherina durante la pandemia.
Truffa all'Ausl su fornitura di mascherine
REGGIO EMILIA - Due imprenditori - Lorenzo Scarfone, residente nel reggiano (ex coordinatore di Italia Madre, il partito di Irene Pivetti) e il trentino Paolo Paris - sono stati arrestati e messi ai domiciliari, nell'ambito dell'inchiesta 'The Mask', condotta dalla Procura di Reggio Emilia, su un appalto da 5,6 milioni di euro per la fornitura di mascherine durante la pandemia Covid nel marzo 2020.
I provvedimenti sono stati eseguiti dalla Guardia di Finanza dopo che la Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dai due indagati. Inizialmente, il gip aveva negato le richieste di misura cautelare, ma il tribunale della Libertà ha dato ragione al magistrato.
2 milioni di mascherine sotto sequestro
La decisione dei giudici ha stabilito che gli indagati hanno approfittato della drammatica emergenza sanitaria per ottenere profitti illeciti nel settore della salute pubblica, senza preoccuparsi della salute delle persone che avrebbero indossato le mascherine. Attualmente, oltre due milioni di mascherine e 300.000 euro di presunti profitti illeciti sono sotto sequestro.
I due imprenditori sono accusati di truffa aggravata all'Ausl e ai danni dello Stato, nonché di frode nelle pubbliche forniture per aver falsificato le etichette CE da applicare sulle scatole di mascherine importate dalla Cina. Inoltre, sono accusati anche di autoriciclaggio per aver reinvestito i presunti profitti illeciti con operazioni bancarie per acquisti e importazioni di dispositivi medici.
Le accuse
A loro si aggiungono altri quattro indagati per corruzione, emissione e utilizzo di fatture inesistenti, tra cui l'ex risk manager dell'Ausl, un ingegnere e responsabile del servizio prevenzione e protezione della stessa azienda sanitaria locale, e due intermediari attivi nel commercio di dispositivi medici.
L'ingegnere è accusato di aver omesso i controlli tecnici sulla genuinità dei prodotti e dei documenti accompagnatori, dando copertura tecnica al materiale inadeguato acquistato dall'Ausl. Si sospetta che i due imprenditori abbiano instaurato un rapporto corruttivo con il dirigente medico Ragni, con l'intento di avviare un business societario legato ai vaccini e alle consulenze anticovid.
La Procura ha notificato a tutti e sei la richiesta di avviso di fine indagini preliminari e chiederà il rinvio a giudizio. Inoltre, è stato notificato loro il divieto temporaneo per un anno di contrattare con la pubblica amministrazione.