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Torture in carcere a Reggio Emilia: parla il sindacato

Con la sospensione dei 10 agenti il personale - già carente di 50 agenti rispetto al normale - si riduce drasticamente

Torture in carcere a Reggio Emilia: parla il sindacato
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A seguito della denuncia da parte di un detenuto che ha raccontato di aver subito torture e lesioni da parte di diversi agenti di polizia penitenziaria, il carcere di Reggio Emilia sta riscontrando non poche difficoltà.

Torture in carcere a Reggio Emilia

REGGIO EMILIA - L'istituto penitenziario di Reggio si trova di fronte a una difficile situazione, con 14 agenti della polizia penitenziaria indagati per vari reati, tra cui tortura, lesioni personali e falso in atto pubblico. Questo rappresenta oltre il 7% del personale dell'istituto, con 10 agenti sospesi dalle loro mansioni.

Le dichiarazioni del sindacato

Il segretario provinciale del sindacato di polizia penitenziaria Sappe, Michele Malorni, ha espresso la sua fiducia nella procura e nella giustizia, sottolineando che lui e molti dei suoi colleghi hanno contribuito alle indagini sul pestaggio avvenuto nelle carceri e ripreso dalle telecamere il 3 aprile scorso. Malorni fa sapere che la polizia penitenziaria è impegnata a svolgere il proprio lavoro con abnegazione e passione, nonostante gli episodi di violenza riportati dagli agenti.

Malorni ha anche evidenziato che il detenuto coinvolto nelle indagini si era già reso protagonista di comportamenti scorretti in vari istituti penitenziari, ma ha sottolineato che ciò non giustifica il pestaggio subito.

Si aggrava la carenza di personale

La sospensione degli agenti dal servizio per un anno o 10 mesi ha aggravato ulteriormente la carenza di personale dell'istituto penitenziario di Reggio.

I sindacati da tempo lottano contro questa situazione, che già vedeva una mancanza di 50 agenti rispetto all'organico previsto. Ora il numero sale a 60, ma l'amministrazione centrale ha assicurato l'arrivo di personale di supporto da altre realtà e l'integrazione a fine luglio.

Voglia di tornare presto alla tranquillità

In conclusione, Malorni spera che il lavoro della procura e della giustizia porti presto serenità nella reparto dell'istituto penitenziario di Reggio. Malgrado gli episodi di violenza riportati, lui e molti dei suoi colleghi credono fermamente nella giustizia e svolgono il proprio mestiere con impegno e passione.

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