La scuola reggiana piange Cesare Grazioli, professore dell'Istituto Pascal
I funerali saranno celebrati venerdì pomeriggio alle 15 nella chiesa del Buon Pastore
La scuola reggiana sta vivendo un momento di profonda tristezza per la perdita di uno dei suoi migliori docenti: il professor Cesare Grazioli, figura di spicco nell'insegnamento delle discipline storiche, filosofiche e letterarie.
La scuola reggiana piange Cesare Grazioli, professore dell'Istituto Pascal
REGGIO EMILIA - Cesare Grazioli aveva scoperto di avere un tumore poche settimane fa e successivamente era stato ricoverato prima al CORE e poi trasferito alla struttura ospedaliera Madonna dell'Uliveto di Montericco, dove purtroppo si è spento nella giornata di ieri.
I funerali saranno celebrati venerdì pomeriggio alle 15 nella chiesa del Buon Pastore in via Guido Rossa a Reggio.
La passione per il suo lavoro
Il professor Grazioli ha dedicato ben 37 anni della sua vita alla professione di insegnante presso l'istituto superiore Blaise Pascal. Non si trattava solo di un mestiere, ma di una vera e propria passione che lo ha contraddistinto.
La lettere a colleghi e studenti
Al momento del suo pensionamento, avvenuto nel giugno 2021, ha voluto scrivere una lunga lettera rivolta ai suoi ex colleghi e ai circa 3mila studenti che ha avuto l'onore di insegnare nel corso della sua carriera. Questo gesto ha dimostrato quanto lui, oltre ad essere un maestro stimato, fosse anche un'autorità morale per i suoi studenti.
Gli studenti e gli ex studenti del Blaise Pascal conservano vivi nella memoria il professor Grazioli, nonostante non sia stato il loro docente. Questo grazie alla sua grande ironia e alla capacità di coinvolgere tutti. Lasciando un'impronta indelebile nelle loro vite, il professor Grazioli ha saputo trasmettere una passione per il sapere e un amore per le discipline che ha insegnato.
A scuola anche dopo la pensione
Paolo Bernardi, dirigente dell'ufficio scolastico provinciale, ha sottolineato il ruolo fondamentale di Grazioli nel portare avanti una stagione di cambiamento nell'ambito dell'istruzione.
“Il recente pensionamento non lo aveva allontanato dalla scuola – prosegue Bernardi – e continuava, da volontario, la sua opera infaticabile, insegnando italiano agli stranieri, animando laboratori di storia nei licei, svolgendo attività di formazione per i docenti neoassunti. Personalmente piango il prezioso collega, il modello al quale spesso mi sono riferito nel corso della mia carriera di insegnante, il compagno di tante battaglie combattute insieme per il rinnovamento nella didattica della nostra materia, la Storia, ma piango soprattutto l’amico. Tutti abbiamo perso, con Cesare, un bel cervello, un cuore grande, un uomo libero”.