Casina

La picchia nonostante sia incinta e davanti a figlio minore: 28enne in detenzione domiciliare

Il giovane è stato condannato a 1 anno e 10 mesi di reclusione

La picchia nonostante sia incinta e davanti a figlio minore: 28enne in detenzione domiciliare
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Detenzione domiciliare per marito violento.

La picchia nonostante sia incinta e davanti a figlio minore

CASINA - A partire dal 2017 e fino al 2020 e anche durante la gravidanza, per cause economiche, un 28enne di Casina si è reso responsabile di maltrattamenti nei confronti della compagna, e successivamente del reato di atti persecutori.

Soldi alla famiglia di origine

L’uomo, dall’inizio della loro relazione, ha preteso un contributo dalla compagna alla vita del nucleo famigliare, nonostante la donna fosse disoccupata, è arrivato ad imporle di chiedere soldi alla famiglia d'origine, minacciandola di morte, se non avesse chiesto il denaro ai propri familiari e percuotendola con schiaffi, testate, spintoni e mani al collo, alla presenza del figlio minore e in stato di gravidanza.

L'ha minacciata più volte di morte

Nel 2019 la donna ha deciso di interrompere definitivamente la relazione, e da quel momento l’uomo ha iniziato a minacciarla di morte percuotendola, tempestandola di continui messaggi, pedinamenti, minacce di morte se non fosse ritornata con lui, e se la donna avesse intrattenuto una nuova relazione sentimentale.

Vessazioni sia fisiche che psicologiche nei confronti della donna, peraltro, compiute anche quando la donna era in stato di gravidanza ed in presenza del figlio minore, fino a quando la donna ha trovato il coraggio e la forza di denunciare tutto ai carabinieri della Stazione di Castelnovo né Monti che hanno seguito le indagini e poi denunciato l’uomo alla Procura reggiana per i gravi maltrattamenti familiari compiuti e le condotte persecutorie.

Codice rosso

Per questi gravi fatti, che possono essere inseriti nel cosiddetto codice rosso, l’uomo, un 28enne reggiano residente in un comune dell’appennino reggiano, è stato sottoposto in prima battuta, alla misura cautelare dell’allontanamento dal domicilio familiare con la prescrizione del divieto di avvicinamento mantenendo una distanza di almeno 1000 metri dalla persona offesa.

Quindi l’iter processuale al termine del quale l’uomo è stato condannato con sentenza emessa in data 7 giugno 2023 dalla Corte d’Appello di Bologna, in riforma alla sentenza emessa dal GUP presso il tribunale di Reggio Emilia, divenuta definitiva il 21 ottobre 2023 per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori alla pena di 1 anni e 10 mesi di reclusione.

Detenzione domiciliare

Il condannato dovrà espiare la pena in regime di detenzione domiciliare, con obbligo di trattenersi in modo continuativo nel luogo del domicilio con autorizzazione all’uscita in determinate fasce orarie.

Il provvedimento restrittivo è stato eseguito nel pomeriggio di giovedì 9 maggio dai Carabinieri della Stazione di Casina, nel cui comune l’uomo risiede.

Lo hanno rintracciato

I militari della stazione di Casina, quindi, hanno rintracciato l’uomo, lo hanno arrestato ed hanno dato esecuzione al provvedimento accompagnando il 28enne presso la propria abitazione per l’espiazione della pena.

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