sanità

A Unimore una importante scoperta sui tumori del sangue

L'importante rivelazione, di cui non c'era prova fino ad oggi, è stata condotta da un gruppo di ricerca ad Oxford

A Unimore una importante scoperta sui tumori del sangue
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È stata pubblicata su Nature Genetics una rilevante scoperta scientifica proveniente dalla ricerca del gruppo guidato dal Dott. Ruggiero Norfo, appartenente al Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze di UNIMORE e diretto dalla prof.ssa Rossella Manfredini.

A Unimore una importante scoperta sui tumori del sangue

REGGIO EMILIA - Come riporta Prima Modena, lo studio rivela come le alterazioni molecolari del gene TP53 che colpiscono le cellule staminali emopoietiche, cooperino con l’infiammazione nel determinare l’evoluzione di neoplasie del sangue croniche a forme aggressive di leucemia mieloide acuta.

Un effetto fino ad oggi sconosciuto

La recente scoperta, condotta dal gruppo di ricerca del Prof. Adam Mead (Weatherall Institute of Molecular Medicine, University of Oxford), in collaborazione con il Dott. Ruggiero Norfo di Unimore, ha rivelato un effetto finora sconosciuto dell'infiammazione cronica sulle cellule staminali del sangue portatrici di mutazioni nel gene TP53.

Un gene che muta frequentemente

Questo gene, TP53, è il più frequentemente mutato nei tumori umani ed è noto come il "custode del genoma" poiché garantisce che le cellule non accumulino errori genetici: in una condizione ottimale, nel caso in cui TP53 rilevi un danno, la cellula mutata va incontro ad un processo chiamato morte cellulare programmata o apoptosi. Tuttavia, nei pazienti in cui TP53 è difettoso, le cellule staminali diventano più suscettibili ad acquisire ulteriori mutazioni deleterie, proprio per l’assenza del “guardiano”.

Era già noto che le mutazioni di TP53 nelle cellule staminali del sangue fossero associate a una progressiva evoluzione da una neoplasia cronica a una leucemia mieloide acuta. Tuttavia, i meccanismi attraverso cui queste cellule staminali.

Una ricerca che si è svolta a Oxford

La ricerca, svolta ad Oxford in collaborazione con UNIMORE, vede come protagonista il Dott. Ruggiero Norfo, laureato nel 2010 ad UNIMORE, il quale ha fatto un’esperienza di post-doc di più di 8 anni all’Università di Oxford e da un anno è stato reclutato dal Dipartimento di Scienze Biomediche, Metaboliche e Neuroscienze, gruppo della Prof.ssa Rossella Manfredini, tramite una procedura di chiamata diretta di studiosi stabilmente impegnati all'estero.

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