Aumentano le imprese femminili nella provincia di Reggio Emilia: 10.221 nuove unità in tre mesi
Le imprese capitanate da donne, al 30 giugno 2022, sono arrivate a 56 unità in più rispetto al 31 marzo scorso, corrispondente ad un incremento dello 0,5%.
REGGIO EMILIA - Anche nel secondo trimestre 2022 è proseguito il trend di crescita delle imprese femminili iscritte al Registro Imprese nella provincia di Reggio Emilia.
Aumentano le imprese femminili nella provincia di Reggio Emilia
Le elaborazioni dell’Ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio di Reggio Emilia su dati Infocamere attestano, infatti, che le imprese capitanate da donne, al 30 giugno 2022, sono arrivate a 10.221 unità, 56 in più rispetto al 31 marzo scorso, corrispondente ad un incremento dello 0,5%.
Il confronto annuale evidenzia la presenza di 103 imprese in più rispetto al giugno 2021, corrispondente ad una variazione dell’1%, mentre rimane stabile al 18,6% la quota di imprese femminili sul totale delle imprese della provincia di Reggio Emilia.
La suddivisione per settori è rimasta sostanzialmente invariata rispetto agli anni precedenti. La maggioranza delle imprese femminili reggiane continua ad operare nel commercio che, da solo, vede una quota del 23,9% sul totale delle aziende guidate da donne; in quest’ambito, infatti, si concentrano 2.467 imprese femminili, con una prevalenza di quelle attive nel commercio al dettaglio (1.691 unità).
La classifica dei settori
La graduatoria assegna il secondo posto al comparto dei servizi alle imprese con 2.043 aziende femminili (+ 3,8% rispetto a giugno 2021); la maggioranza di queste aziende è presente nel comparto immobiliare (675 imprese), seguita dalle 167 che svolgono attività ausiliarie dei servizi finanziari, dalle 153 impegnate in attività di supporto per le funzioni d'ufficio, e dalle 150 che sviluppano altre attività professionali scientifiche e tecniche.
Sebbene il comparto dei servizi alla persona giunga terzo nella classifica della presenza femminile nell’imprenditoria reggiana con 1.466 aziende, è proprio qui che la componente femminile risulta determinante, con una quota del 43,6% sul totale delle aziende attive nel settore.
Un’incidenza rilevante, dunque, che sale al 50,9% nell’ambito della sanità e dell’assistenza sociale e si porta addirittura al 54% all’area “altri servizi alla persona” (dalle lavanderie ai saloni da parrucchieri).
Stabili le imprese in rosa nell’ambito delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, che superano di poco le 1.000 unità, concentrate soprattutto nell’ambito dei servizi di ristorazione (942 aziende). Nel segno della stabilità anche l’agricoltura (1.292 aziende guidate da donne) e il comparto delle attività manifatturiere, in cui sono presenti 1.255 imprese femminili, 450 delle quali (35,8%) operanti nel tessile abbigliamento, 194 (15,4%) nella fabbricazione di prodotti in metallo e 113 (9%) nell’industria alimentare.
Aumento dell'imprenditoria straniera
In crescita, infine, la presenza di imprenditoria femminile straniera, al 30 giugno di quest’anno; infatti, la componente delle imprenditrici non nate in Italia ha guadagnato il 3,3% rispetto all'anno precedente (da 1.382 a 1.428 imprese registrate), confermando il trend degli ultimi anni.