La Regione Emilia-Romagna è ai primi posti in Italia per numero di beni immobili confiscati alla criminalità organizzata e riutilizzati per finalità sociali: 49 in totale, quelli che hanno ottenuto un finanziamento da viale Aldo Moro. Tra questi anche due immobili a Reggio Emilia e una palazzina a Sorbolo Mezzani (Pr) confiscati nell’ambito dell’inchiesta Aemilia.
Rapporto sulla legalità e Prevenzione del crimine
REGGIO EMILIA – Dati che emergono dal rapporto sugli Accordi di Programma sulla Legalità e Prevenzione del crimine organizzato in Emilia-Romagna 2025, documento che elenca sia i progetti legati al recupero e riutilizzo dei beni confiscati, sia quelli relativi ad altre iniziative e attività destinate alla promozione della legalità e della cittadinanza responsabile, e che godono di un finanziamento regionale.
Trentanove progetti
Nel dettaglio, nel 2025 sono arrivate alla Regione 39 proposte progettuali, di cui quattro relative alla confisca e riuso di beni immobili. Ventinove dei 39 progetti li hanno presentati i Comuni, cinque le Unioni comunali, uno la Provincia di Reggio Emilia, tre le Università di Bologna, di Ferrara e di Parma, uno l’Azienda Servizi alla Persona San Vincenzo de’ Paoli (FC).
Dal reggiano tre proposte
La realizzazione dei progetti comporta una spesa complessiva di 1 milione e 852mila euro, a cui la Regione Emilia-Romagna contribuisce con 1 milione e 142.400 euro. Le proposte sono giunte da tutte le province della regione, in particolare due di queste dalla provincia di Piacenza, tre di Parma, tre di Reggio Emilia, sei di Modena, dodici di Bologna, sette di Ferrara, tre di Ravenna, due di Forlì-Cesena, una di Rimini.
Due immobili a Reggio
In particolare, quest’anno si recuperano i primi due beni immobili confiscati a Reggio Emilia, epicentro dell’inchiesta Aemilia, il più vasto procedimento giudiziario contro la ‘ndrangheta nel Nord Italia. Il recupero assume un evidente significato che va oltre il valore stesso, pur importante, dei beni stessi. Si tratta di un immobile situato a Rivalta (una frazione di Reggio Emilia), in via Sant’Ambrogio 33 (un’imponente villa che era riconducibile alla famiglia Sarcone) e un’altra villetta al grezzo, sempre nel reggiano, che si trova in via Luca Signorelli, a Pieve Modolena. In questo caso l’intervento, che prevede sia il restauro dell’immobile e la sistemazione dei locali e dell’arredo, punta a offrire una risposta abitativa temporanea a famiglie in difficoltà, attivare presidi di prossimità per soggetti fragili, garantire spazi idonei per servizi socioeducativi territoriali.