le novità

Covid, la Cina sperimenta un nuovo farmaco prodotto a Reggio Emilia

Si tratta di un farmaco a base di acido ursodeossicolico creato negli anni '50 per curare patologie biliari e del fegato

Covid, la Cina sperimenta un nuovo farmaco prodotto a Reggio Emilia
Pubblicato:
Aggiornato:

Nelle ultime settimane in Cina è in continua risalita il numero dei contagi da Covid e pare che i medici cinesi stiano prescrivendo ai propri pazienti (malati e non) un farmaco prodotto in una storica azienda reggiana.

La Cina sperimenta un nuovo farmaco per il covid

REGGIO EMILIA - Il farmaco che sta avendo un sacco di successo in Cina è a base di ursodeossicolico, realizzato principalmente in Italia e il cui uso originario è legato a patologie completamente diverse dal coronavirus. Questo farmaco, infatti, è stato creato negli anni Cinquanta per andare ad intervenire sui calcoli biliari e su una patologia del fegato come la colangite primaria.

A spiegarlo Agostino Barazza, amministratore delegato Ice Group (Industria Chimica Emiliana), azienda emiliana e prima produttrice al mondo del farmaco a base di acido ursodeossicolico.

Gli studi

Agli inizi di dicembre un'edizione della rivista Nature ha pubblicato lo studio di due ricercatori secondo cui l’acido ursodeossicolico potrebbe aiutare a prevenire l’infezione da Covid o, comunque, a renderne i sintomi più lievi. Sembra, infatti, che il farmaco abbia una sorta di effetto protettivo e che renda più difficile al virus di attaccare la persona che lo ha assunto, aspetto che spiegherebbe come mai i medici cinesi decidano di prescriverlo anche ai pazienti sani.

Tuttavia, si tratta si studi effettuati in vitro e ancora non messi in atto sugli esseri umani, quindi sembrerebbe quasi che la popolazione cinese stia facendo un po' da cavia a queste teorie.

La Ice Group

La Ice Group è stata fondata dalla famiglia Bartoli nel 1949 e ceduta nel 2019 al fondo di investimento Advent, con base a Boston, negli Stati Uniti.

Nello storico stabilimento della Ice, in via Sicilia, operano una ottantina di dipendenti, ma per l’intero gruppo lavorano 1.200 addetti, nelle sedi di altre località italiane e anche in Brasile, India, Giappone e Nuova Zelanda.

L'amministratore delegato sulla richiesta da parte della Cina si è così espresso: “abbiamo la capacità produttiva più grande al mondo e siamo dunque pronti a fare fronte a una grande richiesta”.

Seguici sui nostri canali