Crescono le denunce per reati informatici nel reggiano
È quanto emerge da uno studio elaborato da Lapam Confartigianato

Nel 2023, ultimo aggiornamento disponibile, in Emilia-Romagna sono stati denunciati 25.142 reati informatici, una cifra che rappresenta il 35,4% dei delitti legati all’attività d’impresa, in crescita del 5,9% rispetto all’anno precedente.
Indagine
REGGIO EMILIA - Il dato emerge dall’indagine dell’ufficio studi Lapam Confartigianato sulla cybersicurezza in occasione dell'imminente Safer Internet Day. Tra questi reati, l’88,1% è costituito da truffe e frodi informatiche, come il phishing e la manipolazione dei sistemi telematici, mentre il restante 11,9% riguarda accessi abusivi, danneggiamenti informatici e diffusione illecita di codici di accesso.
Terza provincia
L’area di Reggio Emilia si conferma la provincia dell’Emilia-Romagna con il terzo incremento più marcato: nell’ultimo anno le denunce per crimini informatici sono aumentate dell’11,8%. Se si considera l’intero quadriennio, la crescita regionale dei reati informatici è stata del 53%, mentre a Reggio Emilia e provincia l’incremento ha raggiunto il 60,6%.
Nuove sfide
«Nel contesto odierno dobbiamo essere consapevoli che questa tipologia di reati si sta diffondendo sempre di più – commenta Gilberto Luppi, presidente di Lapam Confartigianato –. È necessario quindi che le imprese si adeguino per proteggersi, con investimenti in formazione e un supporto informativo istituzionale per promuovere le cyberskill e la protezione dei dati. La digitalizzazione accelerata dei processi produttivi impone nuove sfide alle imprese, che devono puntare su tecnologie avanzate, personale qualificato e sicurezza informatica. Tuttavia, la carenza di competenze specifiche e una scarsa consapevolezza dell’importanza della cybersecurity all’interno delle aziende aumentano il rischio di attacchi informatici. Abbiamo bisogno di percorsi finanziati dalle istituzioni per aiutare gli imprenditori a formare i collaboratori e a sensibilizzarli a un’adeguata educazione informatica. Solo così potremo ridurre la vulnerabilità del nostro tessuto produttivo e affrontare le minacce digitali con maggiore efficacia».