Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza: il gap di genere a Reggio è di 5,5 punti in percentuale
È la fotografia dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha realizzato un focus sul divario di genere maschile e femminile nei settori stem in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza che ricorre l’11 febbraio.

I dati della Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia sono in linea con quelli nazionali.
Giornata delle Donne e Ragazze nella Scienza
REGGIO EMILIA - C’è una netta prevalenza dei laureati rispetto alle laureate in questi settori. Il divario maggiore si registra nell’area dell’informatica e delle tecnologie Ict (Information and communications technology). In Italia, nel 2023, si attesta al 16,8% il dato delle ragazze laureate nell’ambito dell’informatica e delle tecnologie Ict, in linea con il dato dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia che si attesta al 16,9%. È la fotografia dell’ufficio studi Lapam Confartigianato che ha realizzato un focus sul divario di genere maschile e femminile nei settori stem in occasione della Giornata Internazionale delle Donne e Ragazze nella Scienza che ricorre l’11 febbraio.
Non solo al numero di laureate
Come confermato dai dati, nel 2023 le laureate in informatica e tecnologie Ict erano meno del 17%. Lo svantaggio delle donne in termini di ritorni occupazionali tuttavia non è legato solo al basso numero di laureate. A Reggio Emilia la percentuale di studentesse di terza media che non raggiungono il livello di competenze numeriche sufficiente è pari al 40,5%, mentre quella degli studenti è il 35%, con un divario di genere femminile-maschile pari a 5,5 punti.
Stereotipi
«Purtroppo ancora oggi gli stereotipi di genere e le aspettative incidono profondamente sulle scelte accademiche delle ragazze. A partire dal contesto familiare dove, come ricostruito in passato dalle analisi Ocse, i genitori hanno aspettative maggiori verso i figli maschi, rispetto alle femmine, per intraprendere carriere in ambito scientifico. Un’impostazione che viene interiorizzata dalle stesse ragazze: anche le studentesse con ottimi risultati professionali hanno minori aspettative professionali dei coetanei maschi – afferma Rita Cavalieri, presidente del Movimento Donne Lapam Confartigianato –. Su questa tendenza incidono molto le aspettative sociali e dei genitori, con due conseguenze dirette: la prima è che le ragazze sono portate a vedersi meno dei maschi nel ricoprire professioni in ambito stem. la seconda è che tendono ad avere meno fiducia nelle proprie capacità nelle discipline scientifiche, con un impatto diretto sul livello di apprendimento in queste materie. Come associazione vogliamo sensibilizzare per provare a invertire questa tendenza, portando testimonianze di imprenditrici femminili all’interno degli istituti scolastici per evidenziare concretamente come non debbano esistere differenze di genere, ma come passione e competenze debbano essere i soli criteri che orientano nella scelta».