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Il vescovo mette in guardia i fedeli dalle messe "abusive" in latino

Il vescovo mette in guardia i fedeli dalle messe "abusive" in latino
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REGGIO EMILIA - La Curia Vescovile di Reggio Emilia ha pubblicato un comunicato in cui si prendono le distanze dalle iniziative dei sacerdoti don Andrea Maccabiani e don Claudio Crescimanno, entrambi accusati di celebrare delle messe “abusive” in latino.

Messe abusive e in latino: il comunicato del vescovo

"Fin dal suo ingresso S.E.R. Mons. Giacomo Morandi si è orientato per operare con tenerezza e compassione; infatti i compiti di un Vescovo comportano cura continua, allontanando per quanto possibile pericoli e minacce: “dobbiamo riconoscere che saremo graditi a Cristo, sommo pastore, soltanto se cercheremo con tutto l’impegno di prenderci cura in modo conforme del bene verso il gregge a noi affidato, pascendo le sue pecore” (S. Cirillo di Alessandria, Commento al Vangelo di Giovanni XII, 21, 15).

Nel precedente comunicato del 5 giugno è stato segnalato che in Diocesi si tengono incontri in contesti privati in cui vengono replicati eventi promossi e guidati da don Claudio Crescimanno e don Andrea Maccabiani.

Vogliamo rappresentarvi che il Vescovo non è stato in alcun modo informato della presenza dei suddetti e di quanto vanno operando, ciò in violazione della comunione ecclesiale e del diritto canonico."

Celebrazioni eucaristiche

"La liturgia, fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa, rifugge da ogni privatizzazione; un sacerdote, se sconosciuto, può essere ammesso a celebrare la S. Messa purché esibisca la lettera del suo Ordinario o celebret.

Nelle situazioni in esame ciò non è avvenuto; pertanto, celebrare senza il consenso dell’Ordinario diocesano è un atto illecito, seppur valido."

Celebrazioni secondo la liturgia romana anteriore alla riforma del 1970

"Al Vescovo, quale moderatore, promotore e custode di tutta la vita liturgica nella Chiesa a lui affidata, spetta regolare le celebrazioni nella diocesi. È sua esclusiva competenza autorizzare l’uso del Missale Romanum del 1962, seguendo gli orientamenti dalla Sede Apostolica (cfr. Traditionis custodes).

Nella nostra diocesi non sono state avanzate richieste di costituzione di nuovi gruppi; ove venissero poste in essere celebrazioni che utilizzino il Missale Romanum del 1962, i fedeli dovranno ritenerle non conformi."

Confessioni

"Per la valida assoluzione dei peccati si richiede che il ministro, oltre alla potestà di ordine, abbia la facoltà di esercitarla sui fedeli ai quali imparte l’assoluzione: la confessione senza facoltà è invalida (can. 966 § 1; can. 969 § 1 cjc).

Si invitano pertanto i fedeli ad esercitare il massimo discernimento confrontandosi con i propri Pastori per non incorrere in aperte violazioni della comunione ecclesiale e in irregolarità nei sacramenti."

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