La Sapienza conferisce il dottorato honoris causa al Cardinale Zuppi di Bologna
Ieri la cerimonia del titolo "per il suo impegno nel campo della cooperazione internazionale e dello sviluppo"
L'università Sapienza di Roma ha conferito il dottorato honoris causa in Studi politici al cardinale e presidente della Cei Matteo Maria Zuppi, "per il suo impegno nel campo della cooperazione internazionale e dello sviluppo".
Dottorato honoris causa al Cardinale Zuppi di Bologna
REGGIO EMILIA - Il dottorato è stato proposto dal Dipartimento di Studi politici, in occasione del trentennale dalla firma degli Accordi di Roma per la Pace in Mozambico (1992) per i suoi "meriti umanitari e sociali di indubbio rilievo". La cerimonia si è svolta ieri pomeriggio nell'aula magna dell'università, dove il Cardinale si è laureato in Lettere e Filosofia nel 1978. Ad accoglierlo il sindaco di Roma Roberto Gualtieri e la rettrice Antonella Polimeni, che nel corso della cerimonia ha ricordato gli anni di studio del cardinale e il suo operato nelle periferie di Roma, regalandogli il suo vecchio libretto universitario e una copia della tesi di laurea in storia del Cristianesimo.
L'operato in Africa
Zuppi ha dedicato la maggior parte del suo sacerdozio alla cooperazione internazionale in alcuni paesi africani: è stato dapprima Presidente della Commissione per la pace e la sicurezza in Burundi, e poi ha collaborato con Nelson Mandela nell'ambito del negoziato per la pace di Arusha, in Tanzania: "Oggi l'Africa è dipinta come un mostro demografico, antro di malattie o socio nel commercio internazionale. L'Europa ha tentato di costruire rapporti di collaborazione, ma il suo spirito è sempre stato ambivalente: da una parte la ricerca di pace, dall'altra gli interessi economici. L'Africa non è inerte ma in piedi, e l'Europa non può abbandonarla ma deve appoggiarla in uno spirito di partnership. Bisogna trovare nuove motivazioni di collaborazione che vadano oltre l'interesse economico. Ogni politica basata sull'esclusione è destinata al fallimento. C'è da inventare un nuovo modello di welfare, preservare l'ambiente e difendere la pace. C'è bisogno di un'unica visione di futuro e l'Italia può giocare un ruolo importante", ha detto il cardinale.
L'Europa come modello di libertà
"L'Europa può essere ancora una volta il modello della libertà dalla paura se soltanto non si limita a guardare solo se stessa - aggiunge Zuppi - nella sua storia l'Europa ha elaborato gli anticorpi per combattere nazionalismo e sciovinismo, vecchie malattie europee presenti anche in Africa. L'Unione europea è stata la sola risposta adeguata alle grandi sfide della pace dopo la seconda guerra mondiale. Oggi ci occorre qualcosa di più: un'Europa con una missione, che risvegli negli europei il sentimento del loro futuro comune. Non una risposta tecnocratica o funzionale. E l'Africa rappresenta il partner ideale di questa sfida. Nella disuguaglianza non c'è futuro, nella sola crescita economica nemmeno. È necessaria un'economia solidale, basata sulla persona umana".