Lotta alla ludopatia: la Regione mette in campo diverse iniziative
A Reggio il livello di gioco più alto in Regione per quanto riguarda quello online con l'uso dello smartphone
L’Emilia-Romagna continua a rafforzare il proprio impegno nella lotta al gioco d’azzardo attraverso il Piano d'azione contro la ludopatia 2022-2024 anche a Reggio Emilia.
Lotta alla ludopatia
REGGIO EMILIA - Percorsi familiari, sportelli d’ascolto, laboratori nelle classi, attività di formazione per genitori e docenti. E ancora, gruppi terapeutici e di mutuo aiuto, iniziative in collaborazione con centri antiusura e sportelli sovra-indebitamento.
In 3 anni saranno investiti 10 milioni di euro
L’Emilia-Romagna continua a rafforzare il proprio impegno nella lotta al gioco d’azzardo attraverso il Piano d'azione contro la ludopatia 2022-2024: la Giunta regionale guidata dal presidente Stefano Bonaccini ha approvato la ripartizione delle risorse alle Aziende sanitarie del territorio, da Piacenza a Rimini, per l’attuazione di iniziative di sensibilizzazione, prevenzione, formazione e assistenza, pari a oltre 3,2 milioni di euro. Più di 10 milioni di euro considerando gli ultimi 3 anni.
Risultati raggiunti
Un Piano d’azione suffragato dalla Legge regionale numero 5 del 4 luglio 2013 che, come conferma uno studio condotto dall’Amministrazione regionale sull’attuazione della normativa a livello territoriale, ha dato risultati importanti: negli ultimi 10 anni, dall’entrata in vigore della legge a novembre 2023, data dell’ultima rilevazione, in Emilia-Romagna sono diminuite del 45,2% le attività con gioco d’azzardo situate a meno di 500 metri da luoghi sensibili; si tratta, ad esempio, di scuole, luoghi di culto, impianti sportivi, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o sociosanitario, strutture ricettive per categorie protette, luoghi di aggregazione giovanile e oratori.
La legge regionale contro il gioco d’azzardo
La legge regionale 5/2013 ha introdotto misure drastiche di dimensionamento dell’offerta legata al gioco d’azzardo, mediante l’imposizione del vincolo di chiusura o delocalizzazione per le attività di sale gioco e sale scommesse situate nei pressi di luoghi ritenuti sensibili.
Ampliato l'elenco
Oltre alla diminuzione del 45,2% delle attività con gioco d’azzardo situate a meno di 500 metri dai luoghi sensibili, molti Comuni hanno ampliato l’elenco dei luoghi nei pressi dei quali vietare queste attività, includendo biblioteche, teatri o cinema (20 Comuni), aree verdi o spazi pubblici all’aperto (15 Comuni), e non meno importanti luoghi di aggregazione, come circoli, associazioni, centri sociali, o spazi educativi.
Oltre 200 provvedimenti di chiusura
Dal 2013 al 2023, inoltre, in Emilia-Romagna sono stati emanati 225 provvedimenti di chiusura per violazione della normativa sul gioco d’azzardo, e 483 attività hanno chiuso. 41 sono le attività che hanno delocalizzato e 290 sono le sanzioni comminate per il mancato rispetto della normativa. Con il coinvolgimento di Comuni ed esercizi commerciali, è stato anche istituito il marchio “Slot Free ER”, rilasciato agli esercenti di attività commerciali, ai gestori di circoli privati e di altri luoghi deputati all’intrattenimento che scelgono di non installare nel proprio esercizio gli apparecchi per il gioco d’azzardo.
Gli assistiti per gioco d’azzardo patologico
Nel 2022, in Emilia-Romagna sono stati spesi 8 miliardi e 904 milioni di euro al gioco d’azzardo, con una spesa pro-capite di 1.997 euro l'anno.
Uomini e italiani
Sono soprattutto uomini (8 su 10, l’81,6%), di cittadinanza italiana (92,1%), con età media di 49 anni: si tratta dei cittadini che più spesso si sono rivolti ai Servizi per le dipendenze dell’Emilia-Romagna per ricevere aiuto. In totale coloro che si sono rivolti al servizio nel 2022 sono stati 1.247, il 143% in più rispetto ai 513 del 2010. Nel 57,2% dei casi (713 su 1.247), si è trattato di nuovi assistiti.
Cresce il numero degli over 65
Altra quota importante è quella degli over 65, che costituiscono il 16% degli assistiti. Minore, invece, la quota degli under 25, che costituiscono il 4,3%. Rispetto alle tipologie di gioco con premi in denaro, il 37,8% delle persone che hanno ricevuto aiuto dal Serdp preferiva i videogiochi nei bar o nelle sale gioco e il 13,8% il Lotto, il Superenalotto, Lotterie, Totocalcio e Gratta&vinci, in entrambi casi in uguale misura tra uomini e donne.
Al bar
Prettamente maschile, invece, la scelta di scommettere (sul calcio ma non solo), preferita dal 7,9% degli assistiti Serdp, e il gioco d’azzardo online (3,9%). Per quanto riguarda i luoghi di gioco, il 49,3% dei giocatori si recava al bar o dal tabaccaio per giocare, il 25% nelle Sale giochi/Snai e il 16,1% usava piattaforme online a casa propria o altrui.
La ricerca
Per conoscere e approfondire il livello di conoscenza e consapevolezza dei rischi connessi al gioco d’azzardo, la Regione Emilia - Romagna nel 2020 ha finanziato una ricerca denominata GAPS - Gambling adult population survey, condotta dal Laboratorio di epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari afferente all’istituto di fisiologia clinica del Cnr , che ha coinvolto 1.835 cittadini (il 50% uomini e il 50% donne), tra i 18 e gli 84 anni d’età, scelti tra i residenti di 37 Comuni della regione.
In base ai dati rilevati, il 36% della popolazione emiliano- romagnola ha giocato d’azzardo nel 2020, i giochi più praticati sono risultati il Gratta&vinci e il Superenalotto. In generale, secondo i ricercatori le donne preferiscono il Lotto e gli uomini le scommesse sportive.
Il 34% dei partecipanti allo studio ha giocato d’azzardo in luoghi fisici di gioco, piuttosto che utilizzare il gioco on-line, soprattutto nelle province di Rimini, Forlì - Cesena e Bologna. I luoghi maggiormente frequentati sono bar tabacchi e abitazioni private. Il 6% della popolazione, invece, ha giocato online, soprattutto in provincia di Reggio Emilia, in particolare via smartphone.
Il 14% dei giocatori emiliano-romagnoli ha un comportamento di gioco a rischio di sviluppare una forma di ludopatia, con effetti gravi a livello di salute mentale, familiare e sociale e le percentuali più elevate si rilevano nelle province di Piacenza, Parma e Forlì-Cesena: giocano in percentuale maggiore a tutte le tipologie di gioco e quasi un terzo ne pratica almeno 4.
Oltre la metà crede di potersi arricchire giocando grazie alla fortuna, e meno di un terzo per bravura. Un dato importante: i giocatori a rischio hanno una minor percezione dei rischi correlati al gioco d’azzardo.