AGRICOLTURA

Profonda crisi per il settore ortofrutticolo della nostra Regione

Sono risultate fortemente colpite le produzioni ortofrutticole, in modo particolare la frutta estiva e le pere

Profonda crisi per il settore ortofrutticolo della nostra Regione
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Negli ultimi anni, diversi fenomeni hanno colpito duramente il settore ortofrutticolo dell'Emilia-Romagna. La comparsa diffusa della cimice asiatica, la siccità, le gelate primaverili e le alluvioni hanno causato danni significativi alle ampie aree produttive. Come risultato, il comparto ortofrutticolo si trova attualmente in una profonda crisi, con gravi conseguenze per gli agricoltori e l'economia locale.

Settore ortofrutticolo in crisi

REGGIO EMILIA - Come riporta Prima Modena, in una lettera al Ministro delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, a firma del presidente Ettore Prandini, Coldiretti chiede che venga riconosciuto il carattere di eccezionalità delle gelate di aprile 2023 e la conseguente attivazione del Decreto Legislativo 29 marzo 2004, n. 102 in deroga e connessi strumenti a supporto di tutte le aziende eventualmente beneficiarie”.

Diverse province hanno subito danni

Diverse aree delle province di Bologna, Reggio Emilia, Ferrara, Ravenna, Forlì-Cesena e Rimini e soprattutto Modena,– ricorda Coldiretti Modena – e molte di queste anche estranee agli eventi metereologici di maggio 2023 e quindi escluse dal cratere alluvionale, hanno subito una grave perdita di prodotto e la situazione per le nostre imprese agricole è drammatica.

Frutta estiva e pere le più colpite

“Sono risultate fortemente colpite le produzioni ortofrutticole, in modo particolare la frutta estiva e le pere, segnate da più campagne negative negli ultimi anni che ci hanno fatto passare da leader nelle esportazioni, a paese importatore, con il rischio di espianti e perdita di superficie produttiva".

Un danno per oltre 570 milioni di euro

"C’è bisogno di un intervento immediato di sostegno. Per le pere – dice il Presidente Prandini nella lettera – le stime di produzione indicano una perdita di circa il 63%, pari ad oltre 318.000 tonnellate di prodotto in meno rispetto al 2022, 100.000 tonnellate in meno per pesche e nettarine (-10%), 50.000 tonnellate in meno, rispettivamente, per albicocche e susine, per un danno economico complessivo per le imprese di oltre 570 milioni di euro.

Per queste ragioni è necessario un intervento urgente, eventualmente, prevedendo ulteriori interventi a supporto, anche a mezzo di azioni quali specifici fondi destinati al sostegno della coltivazione – conclude Prandini – per ripristinare la liquidità delle aziende colpite, contrastare la perdita di speranza e l’abbandono”.

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