Reggio Emilia provincia ricca con i redditi per famiglia oltre i 25mila euro
E' quanto emerge da un’analisi del Centro Studi Guglielmo Tagliacarne che, analizzando le stime 2022 del reddito pro capite disponibile delle famiglie consumatrici, ha redatto una speciale classifica
Con 32.855 euro a testa, è Milano al top della graduatoria delle province per reddito pro-capite disponibile delle famiglie, seguita da Bolzano (27.966 euro) e da Monza e della Brianza (27.520 euro) e Bologna (27.344). Reggio Emilia con 25.536 euro si colloca al settimo posto a poca distanza da Parma (quinta) con 26 mila euro e davanti a Modena (nona) con 24.947 euro.
Il vero boom è nel Sud Italia
REGGIO EMILIA - Come riporta Prima Modena, se si guarda alla crescita del reddito disponibile delle famiglie rispetto al periodo pre-Covid è Caserta a salire prima sul podio, con +14,2% tra il 2019 e il 2022, "tallonata" da La Spezia (+13,8%) e Potenza (+13,1%).
La capacità di spesa
A rilevarlo è l'analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2022 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici che misura la capacità di spesa della popolazione residente in Italia.
Nel periodo post covid
Ad allungare il passo più del resto d’Italia nel periodo post Covid, mettendo a segno nel periodo considerato un incremento del reddito familiare in termini monetari, come si ricordava, è stato infatti il Mezzogiorno, con una media del +9,1%: la prima provincia per crescita, con un ottimo +14,2%, è Caserta, seguita sul podio da La Spezia (+13,8%) e Potenza (+13,1%). Purtroppo all'ultimo posto troviamo sempre una città insulare come Enna con un reddito di oltre 13.700 euro.
E' saltata la dicotomia Nord - Sud
Secondo Gaetano Fausto Esposito, direttore generale del Centro Studi Tagliacarne
“L’analisi del reddito disponibile a prezzi correnti restituisce l’immagine di un Paese meno diseguale rispetto alla geografia del Pil. Più in generale, sembra che la nostra economia si stia articolando secondo direttrici che in tanti casi saltano la tradizionale dicotomia Nord-Sud”. Ma, sottolinea Esposito, occorre "considerare che il processo inflattivo in questi anni ha colpito più il Mezzogiorno del resto d’Italia e questo sicuramente contribuisce ad ampliare i divari del potere di acquisto reale. Per questo, il tema vero resta quello della crescita della base produttiva per assicurare una occupazione di maggiore qualità e una più elevata consistenza del reddito delle famiglie fuoriuscendo dalle situazioni di precarietà oggi più diffuse nel Meridione”.