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Detenuto psichiatrico incendia il materasso della cella e finisce in Rianimazione

L'episodio solleva i problemi costanti delle carceri: la difficile gestione dei detenuti con patologie mentali e la carenza cronica di personale

Detenuto psichiatrico incendia il materasso della cella e finisce in Rianimazione
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Detenuto psichiatrico in coma farmacologico a seguito di un incendio nella sua cella: è questo il triste bilancio di quanto accaduto nel carcere di via Settembrini, un episodio che poteva facilmente trasformarsi in una tragedia.

Detenuto psichiatrico incendia il materasso della cella

REGGIO EMILIA - Tutto ha avuto inizio quando un detenuto di 53 anni ristretto nella sezione Atsm (Articolazione per la tutela della salute mentale), ha avuto un raptus e ha appiccato il fuoco al suo materasso utilizzando un accendino. Le fiamme si sono rapidamente propagate in tutta la cella, creando una situazione di panico e pericolo.

Fortunatamente, il personale medico del 118 è riuscito a soccorrere il detenuto, gravemente ustionato, trasportandolo d'urgenza al S. Maria Nuova. Attualmente l'uomo si trova in coma farmacologico.

Evacuati i detenuti

Nel frattempo, la sezione del carcere si è riempita di fumo, costringendo all'evacuazione una ventina di detenuti.

Gli agenti di polizia penitenziaria sono tempestivamente intervenuti per evitare una catastrofe, ma non senza subire delle conseguenze: cinque di loro sono stati feriti e ricoverati in pronto soccorso a causa dell'inalazione del fumo durante le operazioni di salvataggio.

Il problema dei detenuti con patologie mentali

Secondo Domenico Maldarizzi, segretario nazionale della Uil-Pa Polizia Penitenziaria, questo episodio mette in evidenza problemi ormai annosi relativi alla gestione dei detenuti con patologie mentali. Dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari, la riforma in questo settore è rimasta incompiuta, lasciando gli operatori penitenziari privi di una formazione adeguata per gestire le problematiche sanitarie dei detenuti.

L'Atsm, la sezione intermedia tra il carcere e la Rems (Residenze per l'esecuzione delle misure di sicurezza), dovrebbe consentire il trasferimento dei detenuti con problemi psichici entro 30 giorni dalla loro presa in carico. Tuttavia, la cronica mancanza di posti disponibili nella Rems, soprattutto nella regione del Lazio in questo caso specifico, porta gli internati ad essere tenuti a tempo indefinito nei vari penitenziari.

La carenza di personale

Michele Malorni, segretario del Sappe (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria), ha sottolineato la carenza di personale all'interno della penitenziaria, che conta attualmente solo 176 agenti invece dei 230 previsti. Malorni ha fatto appello al governo, affinché si faccia carico delle promesse di sicurezza e invii i rinforzi necessari.

È evidente che è necessario un intervento concreto e urgente per far fronte a queste problematiche. Non solo serve una riforma completa del sistema di gestione dei detenuti con patologie mentali, ma anche un incremento significativo del personale penitenziario per garantire la sicurezza all'interno delle carceri. Solo così si potrà evitare che episodi tragici come quello accaduto nel carcere di via Settembrini si ripetano in futuro.

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