eseguita la condanna

Furto, peculato e spaccio in più province: nei guai una 39enne di Novellara

Sulla donna pendevano più provvedimenti emessi dai tribunali di Reggio Emilia, Modena e Pesaro

Furto, peculato e spaccio in più province: nei guai una 39enne di Novellara
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Una 39enne di Novellara è stata arrestata con le accuse di furto, peculato e spaccio. Sulla donna pendevano più provvedimenti emessi da vari tribunali.

Furto, peculato e spaccio in più province

NOVELLARA - Negli anni 2013, 2014 e 2017 si è resa responsabile nelle province di Reggio Emilia, Modena e Pesaro dei reati di peculato, abuso d’ufficio, furto, e produzione e traffico illecito di sostanze stupefacenti ed è stata riconosciuta colpevole dai competenti Tribunali che l’hanno giudicata.

Essendo divenute esecutive le condanne la donna, una 39enne, dovrà scontare una pena complessiva pari a 4 anni e 6 mesi di reclusione, oltre al pagamento della multa di euro 2.900 e la pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici per anni 2.

Le condanne a carico della donna

A carico della 39enne pendevano infatti tre sentenze di condanna.

La prima, emessa dal tribunale di Pesaro il 27 febbraio 2020, confermata dalla Corte d'appello di Ancona con sentenza divenuta irrevocabile il 12.03.2023, in cui l'imputata era stata condannata alla pena di anni 1 e mesi 6 di reclusione ed euro 2500 di multa oltre al pagamento spese processuali per produzione per traffico illecito di sostanze stupefacenti; un'altra dal tribunale di Modena con sentenza divenuta irrevocabile il 15 aprile 2017 per una serie di furti di somme di denaro compiuti presso il punto vendita Coop di Nonantola che l’ha condannata ad anni 1 e 400 euro di multa; e la terza divenuta irrevocabile il 12 marzo scorso del Tribunale di Reggio Emilia per reati di peculato e abuso di ufficio (condannata a 2 anni).

L'arresto

Ieri mattina la destinataria del provvedimento è stata rintracciata dai carabinieri della Stazione di Novellara che, ricevuto il provvedimento restrittivo, vi hanno dato esecuzione conducendola dapprima in caserma e, dopo le formalità di rito, presso il carcere del capoluogo reggiano dove veniva condotta per l’espiazione della pena.

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