Liliana Stefanatto trovata morta in Argentina con gravi contusioni: per i giudici fu un incidente
Un condanna a 9 anni per il fidanzato, ma la famiglia non ci sta e farà ricorso
E' stato condannato a 9 anni di reclusione l'ex fidanzato e presunto assassino dell'argentina Liliana Stefanatto, a lungo residente a Canossa che nel febbraio 2021 è stata trovata morta nel suo appartamento di Cordoba.
Trovata morta in Argentina con gravi contusioni
REGGIO EMILIA - Il femminicidio della ex, ma la condanna per lesioni, 9 anni di pena. E' questa la sentenza in Argentina, dove Liliana Beatriz Stefanatto è stata uccisa il 1 febbraio 2021 a 54 anni.
Una vita tra due Continenti la sua: in Italia si era sposata e aveva avuto due figli (uno dei due morto nel 2020, a 21 anni, in un incidente stradale a Ciano d'Enza), vivendo vent'anni in Val d'Enza; poi la separazione, e la decisione di tornare a Villa Maria, in provincia di Cordoba, in Argentina, sua terra d'origine.
L'omicidio
Qui ha incontrato Ignacio Emilio Aldeco. I due hanno avuto una relazione che però era arrivata al capolinea, finché Liliana non viene trovata morta a casa, con ferite alla testa provocate - secondo l'accusa - da un martello o una mazza.
Il compagno ammette la lite, viene accusato di omicidio aggravato dal vincolo e dal contesto di genere. Arrestato, finisce a processo. L'accusa chiede la pena perpetua, ovvero l'ergastolo, mostrando in aula fotografie e immagini della scena del delitto, sostenendo che Aldeco l'avesse inquinata.
La sentenza a sorpresa
Al momento della sentenza annunciata dalla corte, la sorpresa: prosciolto dall'accusa di omicidio, e condannato a 9 anni per lesioni aggravate e maltrattamenti.
Secondo il tribunale non c’erano prove certe ed è stata accolta la tesi della difesa di Aldeco, che ha parlato di "un incidente, di una lite degenerata e finita nel dramma".
L'indignazione dell'accusa
Secondo l'accusa, invece, l'uomo dopo averla uccisa sarebbe uscito di casa, per poi raccontare di essere rientrato e di averla trovata morta: "Dai risultati dell’autopsia è impossibile ritenere si sia trattato di un incidente".
Una decisione inaccettabile per la famiglia che annuncia ricorso: "una decisione che ci indigna".
Dolore e rabbia nelle parole della figlia
"Ignacio Emilio Aldeco, tra 9 anni, quando esci, ti aspetterò! Avevo fede che saresti marcito in prigione, ma in fondo sapevo che sarebbe finita così. L'hai usata per i soldi, l'hai spaventata e spaventata, l'hai minacciata, picchiata e uccisa, lasciata per ore agonizzante sul pavimento e la giustizia argentina che ti ha dato? 9 anni? Mia madre non valeva 9 anni!"