una triste vicenda

Neonato nato morto dopo il trasferimento della mamma dall'ospedale di Castelnovo Monti a Reggio: scatta la polemica

Dopo la polemica della consigliera di minoranza, l'Ausl di Reggio Emilia fornisce alcune precisazioni sul triste episodio dei giorni scorsi

Neonato nato morto dopo il trasferimento della mamma dall'ospedale di Castelnovo Monti a Reggio: scatta la polemica
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Una tragica vicenda innesca una polemica  da parte della consigliera di minoranza Nadia Vassallo sulla chiusura del punto nascita dell'ospedale Sant’Anna.

Neonato nato morto dopo il trasferimento della mamma da Castelnovo a Reggio

CASTELNOVO MONTI - La polemica prende il via con le dichiarazioni della consigliera di minoranza Nadia Vassallo (Castelnovo ne' Cuori).

Il post sui social della consigliera Vassallo

“Nei giorni scorsi - spiega la consigliera -, ho appreso che sarebbe avvenuto il decesso di un neonato dopo che la mamma si era presentata all’ospedale di Castelnovo Monti e da qui è stata inviata a quello di Reggio, dove il feto prossimo a termine gravidanza è arrivato privo di vita. Mi rattrista molto questo fatto e credo che il sentimento accomuni i genitori, il personale sanitario e chiunque sia venuto a conoscenza della cosa”.

“Il fatto è che al contrario di quanto succede per i parti sull’ambulanza in strada andati a buon fine, dove tutti si rallegrano pubblicamente, questa vicenda è a tutti sconosciuta perché nessuno ne ha parlato, e chissà se altre vicende analoghe e quante di esse sono già avvenute. Di certo non sarò io a muovere colpe ad alcuno e spero che nessun dirigente scarichi la responsabilità su chi opera in prima fila”.

La polemica sulla chiusura del punto nascita del Sant’Anna

“Immagino che proprio la chiusura del punto nascita del Sant’Anna - sottolinea -, e i protocolli per deviare a Reggio l’assistenza al parto, siano una grossa stortura per gli operatori e gli assistiti, generando imbarazzo nelle scelte operative e deontologiche, a scapito della sicurezza delle mamme e dei bambini. Quando il punto nascite era aperto molte vite sono state salvate in extremis e ciò rende molto forte l’amarezza per la scelta scellerata di far cassa sulle donne della montagna lasciandole senza assistenza al parto in territori che richiedono anche quasi due ore per arrivare in un centro attrezzato”.

La precisazione dell’Ausl di Reggio Emilia

L’Ausl di Reggio Emilia ritiene utile fornire alcune precisazioni e correggere alcune inesattezze sul triste episodio dei giorni scorsi: “In primo luogo la morte endouterina di un feto è una situazione drammatica per le donne e le famiglie, per cui nel doveroso rispetto della privacy di quella famiglia e del suo intimo dolore, l’Ausl  di Reggio Emila non ha effettuato alcun comunicato stampa. Si precisa comunque che si è trattato non del decesso di un neonato, ma del parto di un nato morto, ossia di un feto morto in utero e quindi partorito già privo di attività vitale”.

La ricostruzione della tragica vicenda

“La donna, quasi a termine di gestazione, era giunta in pronto soccorso a Castelnovo ne’ Monti per dolori addominali, da lei interpretati come contrazioni da parto. I sanitari del pronto soccorso di Castelnovo né Monti, avvalendosi  anche della consulenza dell’ostetrica - sempre presente in ospedale - hanno correttamente compreso che non si trattava dell’avvio di un parto fisiologico, ma di una situazione a elevato rischio, per cui con estrema celerità hanno garantito il trasferimento della donna a Reggio Emilia in ambulanza con un accompagnamento medico (anestesista) e ostetrica.

Il trasferimento in ambulanza a Reggio Emilia

All’arrivo a Reggio Emilia la donna è stata prontamente valutata e sottoposta a accertamenti (cardiotocografia e ecografia), che hanno confermato l’assenza del battito cardiaco fetale e la presenza di un voluminoso ematoma in sede placentare, conseguente di un importante distacco di placenta. A quel punto la donna è stata sottoposta a taglio cesareo urgente, estremamente complicato per il grande rischio di sanguinamento acuto e quindi  per la salute della donna.

L’intervento è comunque perfettamente riuscito. Il feto è stato preso in carico dall’équipe neonatologica che ne ha confermato il decesso, evidenziandone l’estremo pallore conseguente al distacco di placenta.  Come da protocollo regionale e raccomandazioni internazionali, il feto è stato sottoposto a riscontro diagnostico tutt’ora in corso”

La diagnosi

"Nel caso riportato si è trattato di un distacco 'coperto' ossia di una perdita che non si è palesata da subito all’esterno, ma ha prodotto un ematoma placentare che in qualche modo ha tamponato le perdite massive, consentendo la stabilità delle condizioni materne, ma, purtroppo, non la sopravvivenza del feto. Infine, si vuole ribadire che l'intervento chirurgico da effettuare in queste situazioni è un'emergenza che richiede competenze specialistiche di prim'ordine oltre che di una larga esperienza, perché il rischio maggiore è quello di aggravare il sanguinamento con ripercussioni emodinamiche gravissime fino al decesso della donna o alla necessità di asportare l'utero per l'impossibilità di arrestare il sanguinamento".

Il triste ed inaspettato esito di una gravidanza

"L’evento occorso è il triste ed inaspettato esito di una gravidanza senza che ci sia stata alcuna colpa né da parte dei sanitari che con il loro pronto ed appropriato intervento hanno garantito la migliore assistenza possibile, né della azienda che non può purtroppo impedire che evenienze simili accadano, né ovviamente della coppia, che come detto, non poteva in alcun modo riconoscere anticipatamente i sintomi. Ringraziamo i sanitari coinvolti per la professionalità dimostrata anche in queste circostanze e si rinnovano le condoglianze alla famiglia".

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