Reggio Emilia

Operazione dei Carabinieri contro il lavoro sommerso nella bassa provincia reggiana

Già cinque anni fa la società era stata al centro di un medesimo provvedimento di sospensione dell'attività

Operazione  dei Carabinieri  contro il lavoro sommerso nella bassa provincia reggiana

I Carabinieri del Comando CC per la Tutela del Lavoro – Nucleo Ispettorato del Lavoro di Reggio Emilia – unitamente ai militari del Comando Compagnia CC di Guastalla – Nucleo Radiomobile – in data 05 novembre 2025 hanno eseguito un servizio congiunto localizzato in un comune della bassa provincia reggiana.

Operazione Carabinieri contro il lavoro sommerso

REGGIO EMILIA – L’attività ispettiva è stata finalizzata a prevenire e reprimere fenomeni di lavoro sommerso e sfruttamento lavorativo nonché attività volta alla verifica del rispetto della normativa in materia di salute e sicurezza dei luoghi di lavoro. L’ attività in materia di lavoro ha riguardato un’impresa nel settore della metalmeccanica durante la quale sono state individuate inadempienze in materia di salute e sicurezza per gravi e/o precarie condizioni di tutela dei lavoratori.

Nessun responsabile

Nel corso dell’ispezione sono state sottoposte a controllo nr. 1 attività, la stessa risultata poi irregolare e per la quale è stato necessario adottare il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per le violazioni che hanno riguardato la sfera penale in quanto non era stato costituito, dal titolare d’impresa, il “Servizio di prevenzione e protezione e nomina del relativo responsabile”.

Destinataria del medesimo provvedimento

La ditta ispezionata è risultata recidiva in relazione al provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale in quanto, nel corso dell’ultimo quinquennio, era già stata destinataria del medesimo provvedimento, raddoppiando così gli importi della sanzione amministrativa.

Le posizioni di due lavoratori

Sono state verificate le posizioni di 2 extra comunitari. In particolare sono state elevate complessivamente sanzioni per 11 mila Euro ed il deferimento in s.l. all’Autorità Giudiziaria del titolare dell’impresa per non aver fatto sostenere ai due lavoratori le visite mediche né i corsi formativi sulla sicurezza, per non aver nominato il responsabile del Servizio di prevenzione e protezione ed anche perché all’interno del capannone, all’interno dei locali spogliatoi e dei servizi igienici non vigevano le previste condizioni igienico sanitarie e non erano stati attivati i sistemi di areazione dei fumi.

Ciclomotore rubato

Durante l’attività di ispezione all’interno del capannone è stato trovato  un ciclomotore che poi, da accertamenti eseguiti, è risultato  provento di furto, denunciato in provincia di Parma. Questo  ciclomotore  è stato  restituito al proprietario e la persona che materialmente aveva  condotto all’interno del capannone  il mezzo è stato veniva in s.l. all’A.G. per il reato di ricettazione.