la tragedia

San Polo piange Cristian Buratti, ristoratore parmense morto ieri in un tragico incidente in moto

Aveva 45 anni. Originario di Berceto, nel comune reggiano gestiva la Trattoria della Torre

San Polo piange Cristian Buratti, ristoratore parmense morto ieri in un tragico incidente in moto
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Tragico incidente ieri nel reggiano, in cui un uomo di 45 anni ha purtroppo perso la vita.

San Polo piange Cristian Buratti, morto in un tragico incidente in moto

SAN POLO D'ENZA - Era fuori in sella alla sua moto Cristian Buratti, ristoratore parmense di 45 anni che gestiva la Trattoria della Torre a San Polo d'Enza, quando è avvenuta la tragedia. Un incidente, forse causato da un malore, che ha spezzato la sua vita.

Teatro della tragedia è stata la strada provinciale 64, tra Rivarolo Mantovano e Casalmaggiore, al confine tra le province di Mantova e Cremona.

Inutili i soccorsi

Dalle prime informazioni sembra che non ci siano altri mezzi coinvolti. Il corpo di Buratti è stato trovato riverso in un fossato parallelo alla strada, in pochi centimetri di acqua.

I passanti hanno chiamato i soccorsi, ma quando sono arrivati per l'uomo non c'era già più niente da fare.

Una persona molto attiva e amata dalla comunità

Originario di Berceto e con tre figli, era un individuo molto impegnato non solo nella comunità di San Polo, ma anche nel suo paese natale.

Insieme ad altri, amava rendere più vivace la vita nel piccolo paese dell'Appennino parmense. Nove anni fa, si era candidato alle elezioni comunali di Berceto con la lista del sindaco Luigi Lucchi.

Il ricordo del sindaco di San Polo

“Oscar Wilde diceva che solo i superficiali non si fidano della prima impressione e la prima impressione che mi fece Cristian quando lo conobbi tanti anni fa fu di incondizionata e reciproca simpatia. Le persone le senti a pelle, senti di essere in sintonia col loro modo d’essere, di interpretare questa commedia che si chiama vita e che ieri, per te, si è trasformata in tragedia chiudendo il sipario in maniera impensata e terribile. Più del tuo sorriso perenne, oggi mi si presentano alla memoria le tue parole, i tuoi sfottò bonari, il tuo metterti scherzosamente sull’attenti quando passavo, il tuo accento fortissimamente e volutamente d’Oltrenza, la tua talebana difesa di vini ancestrali per me inarrivabili e causa di schermaglie di religione fra di noi.

Lasci una famiglia bella, tre ragazzi che amavi, sempre nel tuo modo buono scanzonato e non ortodosso, lasci un vuoto in paese e nelle persone che come me hanno avuto la fortuna di incontrarti. Mi mancherà entrare in Torre e urlarti ‘oste della malora abbassa la radio’ e sentire di rimando ‘mo ghe mel signor sindaco agli ordini’, mi mancheranno le cene con Max e le suonate. Oggi San Polo si sveglia più povera, ha perso un cittadino importante”.

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