Operazione "Minefield"

Smantellata un'associazione mafiosa accusata di riciclaggio internazionale ed auto riciclaggio

Scoperto un giro di affari di oltre 30 milioni di euro, sono stati disposti sequestri per oltre 10 milioni e mezzo di euro. Si calcola in oltre 250 le Società che hanno utilizzato fatture false. 

Smantellata un'associazione mafiosa accusata di riciclaggio internazionale ed auto riciclaggio
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Si è conclusa in queste ore un'operazione della Guardia di Finanza che ha smantellato un'associazione a delinquere che si occupava di riciclaggio.

Smantellata un'associazione a delinquere accusata di riciclaggio

REGGIO EMILIA - Dalle prime ore di martedì 20 febbraio 2024 oltre 350 militari tra Finanzieri del Comando Provinciale di Reggio nell'Emilia e di altri Reparti unitamente ai militari dell’Arma dei Carabinieri del locale Comando Provinciale, nell’ambito di un’articolata attività investigativa coordinata dalla locale Procura della Repubblica, stanno dando esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 5 soggetti ed alla misura degli arresti domiciliari nei confronti di altri 7 soggetti, indagati per associazione a delinquere e per numerose ipotesi delittuose, in prevalenza reati tributari, riciclaggio internazionale ed auto riciclaggio.

Anche due commercialisti

Previste anche 2 misure interdittive nei confronti di commercialisti.

Da Cutro a Foggia fino a Reggio Emilia

Le  attività poste in essere dall’organizzazione criminale sono emerse all’esito di complesse attività di indagine (sviluppate dai militari del Gruppo Guardia di Finanza e della Compagnia Carabinieri di Reggio Emilia), che hanno evidenziato operazioni di infiltrazione nel tessuto economico regionale e conseguente gestione criminale, con influssi sull’intero territorio nazionale, ad opera del sodalizio, condotte da soggetti calabresi originari di Cutro, professionisti calabresi e campani, soggetti nativi di Reggio Emilia ed altri originari della Provincia di Foggia.

Fatture inesistenti

Le attività d’indagine hanno fatto emergere come il core business criminale fosse legato in misura prevalente alla commissione di reati tributari, mediante l’emissione di fatture per operazioni inesistenti, con una costante crescita dei cd. “utilizzatori”, coinvolti nell’articolato sistema di frode fiscale; l’organizzazione ha, inoltre, gestito un imponente giro d’affari nel più ampio settore delle prestazioni di servizi, quali cantieristica e manutenzione di macchinari industriali e pulizie, oltre che nel settore del noleggio di autovetture e di commercio all’ingrosso.

Società cantiere

Nello specifico, il meccanismo fraudolento prevedeva la creazione di società cartiere o l’acquisizione di società realmente esistenti poi destinate alla emissione di fatture false, che venivano intestate a soggetti principalmente prestanome, che agivano sotto le direttive loro impartite dai capi dell’organizzazione. Venivano quindi individuate ditte compiacenti utilizzatrici delle F.O.I., i cui titolari effettuavano bonifici pari all’importo delle fatture ricevute sui conti correnti riferibili alle società del sodalizio, denaro che successivamente veniva - sia attraverso numerosi prelievi giornalieri, sia attraverso bonifici o emissione di assegni - riconsegnato agli stessi fruitori delle fatture emesse per operazioni inesistenti, al netto della percentuale stabilita per il “servizio”.

Oltre ai reati fiscali i sodali avrebbero altresì commesso numerosi altri delitti, quali l’estorsione, il riciclaggio ed auto-riciclaggio dei proventi illecitamente ottenuti, nonché bancarotta fraudolenta, indebita percezione di erogazioni pubbliche ed appropriazione indebita.

Chiesta Naspi per 60 mila euro

Nel corso delle attività d’indagine, i militari hanno scoperto come il sodalizio criminale abbia posto in essere anche sistemi di frode al welfare statale, mediante la richiesta e la percezione illecita dell’indennità di disoccupazione NASPI, per un valore di circa 60 mila euro, mentre continuavano illecitamente a porre in essere le proprie attività criminose ed a gestire il proprio giro d’affari; alcune delle “società cartiere” hanno altresì fatto indebitamente ricorso ai contributi pubblici stanziati durante l’emergenza pandemica da Covid-19, per un importo di circa euro 72.mila.

Acquistava diamanti o auto di lusso

In altri casi, l’organizzazione criminale, per “ripulire” il denaro illecitamente ottenuto e reintrodurlo nei circuiti dell’economia legale nazionale, lo reinvestiva nell’acquisto di diamanti o preziosi ovvero in autovetture di lusso, acquistate in territorio austriaco e poi noleggiate sul territorio reggiano, attraverso società riconducibili all’organizzazione

Cento indagati e 81 società

L’attività vede coinvolti oltre 100 indagati e 81 società con sede tra Emilia, Calabria, Toscana, Campania, Lazio, Lombardia, Marche e Veneto. Scoperto un giro di affari di oltre 30 milioni di euro, sono stati disposti sequestri per oltre 10 milioni e mezzo di euro. Si calcola in oltre 250 le Società che hanno utilizzato fatture false. Si è reso necessario anche un arresto in flagranza per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, in quanto rinvenuti durante una perquisizione 18 KG di hashish e 4 di marijuana. Sequestrati anche preziosi ed orologi di valore.

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