Torture in carcere: revocata la sospensione dal servizio per uno degli agenti indagati
L'agente è stato l'unico a rispondere alle domande e ha dichiarato che il detenuto si è procurato le lesioni in altri contesti
Continuano le indagini sul caso delle torture inflitte a un detenuto straniero del carcere di Reggio Emilia: a uno degli agenti indagati è stata revocata la sospensione dal servizio.
Revocata la sospensione dal servizio per uno degli agenti indagati di tortura
REGGIO EMILIA - Revocata la sospensione per uno dei poliziotti indagati per un presunto pestaggio nei confronti di un detenuto tunisino in carcere. Il gip Luca Ramponi ha deciso di annullare la misura cautelare, ritenendo che non vi fossero più esigenze di tutela dopo l'interrogatorio.
L'agente è l'unico ad aver risposto a tutte le domande del giudice, a differenza degli altri 14 indagati che si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Questi ultimi sono accusati, a vario titolo, di tortura, lesioni personali e falso in atto pubblico. Di questi, dieci sono stati sospesi dal servizio.
Le dichiarazioni dell'agente
Durante l'interrogatorio, il poliziotto ha affermato che il detenuto si fosse procurato le lesioni da solo, in un momento diverso da quello ripreso nel filmato delle telecamere di sorveglianza.
Secondo la sua testimonianza, nel filmato il poliziotto teneva fermo il detenuto delicatamente per un minuto su mezz'ora di ripresa, senza infliggere alcuna violenza. Ha inoltre sottolineato che nessun altro agente ha colpito il detenuto in quel momento.
La difesa spera in un ritorno al lavoro
A fine interrogatorio, l’avvocato Sinuhe Curcuraci aveva chiesto la revoca della misura, istanza accolta dal giudice.
“C’è grande soddisfazione per il risultato ottenuto avendo chiarito la nostra posizione. Auspichiamo ora che il nostro assistito entro qualche giorno possa ritornare a lavorare”.