Tragedia ai laghi Curiel di Campogalliano: morto un reggiano di 26 anni
Si tratta di un tunisino che con la famiglia risiedeva già da molti anni a Rubiera
Tragedia in uno dei laghetti fluviali di Campogalliano. Nella tarda mattinata di giovedi 24 agosto un immigrato di 26 anni che si era tuffato - nonostante il divieto - in uno degli specchi d'acqua della Riserva Naturale non è più riemerso ed è stato recuperato senza vita dai sommozzatori dei vigili del fuoco dopo due ore di ricerca.
Ai laghi Curiel per sfuggire al caldo
CAMPOGALLIANO - Come riporta Prima Modena, la vittima si chiamava Mohamed Salah Ben Ayed ed aveva 26 anni. Con la famiglia risulta residente già fa tempo a Rubiera. Con alcuni amici il giovane aveva deciso di darsi appuntamento ai laghi Curiel di Campogalliano probabilmente per sfuggire al caldo. Ad un certo punto Mohamed si è tuffato per fare un bagno senza più riemergere. Tutto ciò è accaduto pochi minuti prima delle ore 12 di giovedi 24 agosto.
Tra i tanti laghetti presenti in zona avevano scelto uno di quelli che vengono utilizzati per la pesca sportiva . Dopo che gli amici non lo hanno più visto riemergere hanno lanciato l'allarme al 118 e i Vigili del fuoco i quali , dopo oltre due ore di ricerca. sono riusciti a recuperare il corpo dello sfortunato ragazzo.
Due amici si sono allontanati prima dell'arrivo dei soccorsi
I carabinieri hanno ascoltato le parole dell'unico testimone presente al loro arrivo (altri due si erano allontanati senza attendere l'arrivo dei soccorsi poi sono stati sentiti dai militari ) il quale ha ricostruito quanto era accaduto poche ore prima. I Carabinieri stanno facendo luce su quanto è accaduto anche se ci sono pochi dubbi sul tragico incidente anche se tutti le ipotesi sono aperte.
Per il padre ci sono ancora dei punti da chiarire
Nelle concitate ore per il ritrovamento del giovane 25enne a Campogalliano tutta la famiglia (padre, madre oltre a un fratello) hanno seguito con trepidazione quanto stava accadendo nello specchio d'acqua ai laghi Curiel.
Durante i soccorsi il genitore ha ricordato che il figlio sapeva nuotare e di non credere che sia annegato. Sempre il padre ha segnalato un elemento, a suo parere, sospetto: il cellulare (quello di Ben Hayed ndr) era in possesso di un suo amico.