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Candidata a studentato universitario la Palazzina Uffici delle Ex Officine Reggiane

L’intervento, dal valore complessivo di 14,1 milioni di euro, è stato candidato al Bando del Ministero dell’Istruzione.

Candidata a studentato universitario la Palazzina Uffici delle Ex Officine Reggiane
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REGGIO EMILIA - E’ stato approvato dalla Giunta comunale l’Accordo fra Comune di Reggio Emilia, Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Acer e Stu Reggiane spa per la candidatura della Palazzina Uffici delle ex Officine Reggiane (la cosiddetta Palazzina M), prospiciente via Agosti, ad ospitare alloggi universitari, servizi per gli studenti e per il quartiere.

La Palazzina Uffici delle Ex Officine Reggiane potrebbe diventare studentato universitario

L’intervento, dal valore complessivo di 14,1 milioni di euro, è stato candidato al Bando del ministero dell’Istruzione per l’erogazione di finanziamenti per interventi volti alla realizzazione di strutture residenziali universitarie programmato, in parte, con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Dell’Accordo definito in questi giorni hanno parlato al Tecnopolo di Reggio Emilia il sindaco Luca Vecchi, il prorettore di Unimore Giovanni Verzellesi e il vicesindaco Alex Pratissoli, il presidente di Acer Marco Corradi e l’amministratore delegato di Stu Reggiane spa Luca Torri.

Il recupero della Palazzina Uffici amplia l’ambito di intervento di riqualificazione nell’Area Reggiane con una ulteriore estensione del Parco Innovazione, ad oggi limitato alla parte sud del braccio storico di viale Ramazzini, ricomprendendo anche il fronte su via Agosti.

Una risposta al fabbisogno di alloggi universitari

La funzione individuata per la rigenerazione della Palazzina, appunto quella di Studentato, rappresenta una importante risposta al crescente fabbisogno di alloggi universitari, registrato in città a seguito della crescita importante sia del numero di iscritti sia, soprattutto, degli studenti fuori sede. Gli studenti delle sedi reggiane di Unimore, infatti, sono più che raddoppiati nell’arco di dieci anni ed oggi oltre il 70% di essi proviene da fuori provincia di Reggio Emilia.

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