Il Festival Aperto si fa in quattro
Programma denso per il fine settimana in arrivo

Presentato il programma di questa settimana del Festival Aperto.
Il Festival Aperto si fa in quattro
REGGIO EMILIA - Il Festival Aperto di Reggio Emilia propone in questo fine settimana un programma denso che parte da Camilla Battaglia, voce supercollider e Matt Mitchell, piano e synth modulare ne La Libellula, omaggio alla poetessa Amelia Rosselli (venerdì 8 novembre, ore 20.30 Teatro Cavallerizza): prosegue poi con la prima assoluta di Studio per una pratica dell’estasi, installazione di Luigi Ceccarelli (sabato 9 novembre ore 17.00 e 20.30 e domenica 10 novembre, ore 17.30 e 19.30 Teatro Ariosto) e con la danza di Annamaria Ajmone ne I pianti e i lamenti dei pesci fossili (sabato 9 novembre ore 19.00, domenica 10 novembre, ore 16.00 Sala Verdi del Teatro Ariosto); si conclude con The Tempest Songbook con FontanaMIX Ensemble, direttore Francesco La Licata (domenica 10 novembre, ore 18.00 Teatro Cavallerizza).
La Libellula
La voce di Camilla Battaglia e il piano di Matt Mitchell si incontrano venerdì 8 novembre (ore 20.30, Teatro Cavallerizza) per La Libellula, progetto in bilico tra melodia-canzone e introspezioni contemporanee, che vuole omaggiare la connessione tra versi e musica di cui Amelia Rosselli, tra le massime poetesse contemporanee, si è fatta portatrice.
Il poema La Libellula scritto nel 1958 ha come tema centrale la libertà. Il tono “piuttosto volatile” è concepito (è sempre l’autrice a suggerirlo) in «forma di drago che si mangia la coda».
Da qui prendono forma sei componimenti che sono stati scritti cercando di riformulare in struttura musicale questo “rullo cinese” caratterizzato da una densità oracolare e una voce folgorante e straziata. Musica come possibile traslazione del sentire dei versi scritti da una poetessa e musicista per dare voce agli intrecci della parola scritta.
Crediti
venerdì 8 novembre ore 20.30, Teatro Cavallerizza
LA LIBELLULA
(Omaggio ad Amelia Rosselli)
voce, supercollider Camilla Battaglia
piano, synth modulare Matt Mitchell
Studio per una pratica dell'estasi
Commissionato da Festival Aperto / Fondazione I Teatri, Studio per una pratica dell’estasi, installazione di Luigi Ceccarelli sarà in prima assoluta sabato 9 novembre ore 17.00 e 20.30 e domenica 10 novembre, ore 17.30 e 19.30 Teatro Ariosto, con la voce di John De Leo, live electronics Luigi Ceccarelli, impianto scenico Vincent Longuemare e testi Nazim Comunale. Uno spazio virtuale unico e cangiante in grado di accogliere suoni, visioni, performer e pubblico in un ambiente concepito ad hoc. L’affascinante spazialità delle voci crea in questa installazione una dimensione sonora e visiva astratta, a favore di una percezione onnisensoriale. Il suono diffuso a 360 gradi immerge completamente il pubblico nel flusso acustico. La luce è una presenza fondamentale e attiva, un segno che viene dall’esterno, chiaro ed essenziale. Il canto gregoriano e il canto tibetano sono il punto di partenza delle musiche. I canti originali sono stati rielaborati nella forma di una nuova composizione elettroacustica che usa le nuove tecnologie per la rielaborazione del suono.
La possibilità di modificare artificialmente i parametri del suono ha permesso di far coesistere nello stesso ambiente acustico i due universi musicali, cui si unisce; unica presenza live oltre all’elettronica, la voce di John De Leo le cui straordinarie doti espressive e tecniche estese, vengono integrate e al tempo stesso enfatizzate nell’organismo complessivo, anche attraverso elaborazioni e spazializzazioni.
Installazione destinata a numero limitato di spettatori.
Crediti
sabato 9 novembre ore 17.00 e 20.30 e domenica 10 novembre, ore 17.30 e 19.30 Teatro Ariosto
STUDIO PER UNA PRATICA DELL’ESTASI
prima assoluta
installazione
testi di Nazim Comunale
voce John De Leo
live electronics Luigi Ceccarelli
impianto scenico Vincent Longuemare
Commissione Festival Aperto / Fondazione I Teatri Reggio Emilia

I pianti e i lamenti dei pesci fossili
I pianti e i lamenti dei pesci fossili (sabato 9 novembre ore 19.00, domenica 10 novembre, ore 16.00 Sala Verdi del Teatro Ariosto) è uno spettacolo che nasce da una pratica di ricerca collettiva di Annamaria Ajmone (danzatrice e performer), Stella Succi (ricercatrice), Natalia Trejbalovà (artista visiva) e Veza Fernandez (danzatrice e performer).
Al confine sfumato tra organico e inorganico, tra vita e non-vita, il fossile è una testimonianza materiale e poetica dello scorrere e dello stratificarsi del tempo. I pianti e I lamenti dei pesci fossili prende spunto da queste suggestioni per tentare di costruire relazioni tra corpi e tempi incommensurabilmente distanti e differenti, piangendo il ciclo eterno della trasformazione della materia, della vita e della morte. Le possibilità della relazione sono esplorate dai corpi delle danzatrici attraverso due interfacce: la pelle o membrana, che funge da motore del movimento connettendo l’interno e l’esterno del corpo; e l’aria, che viene attraversata dalle loro voci e trasformata in uno “spazio prima di ogni localizzazione”. Lo spettacolo prende la forma di una progressiva stratificazione di pratiche corporee e vocali che richiama la struttura stessa del fossile.
Al termine dello spettacolo di domenica 10 novembre, incontro con l’artista, condotto da Silvia Bottiroli.
Crediti
sabato 9 novembre ore 19.00, domenica 10 novembre, ore 16.00 Sala Verdi del Teatro Ariosto
I PIANTI E I LAMENTI DEI PESCI FOSSILI
danza e voce Annamaria Ajmone, Veza Fernandez Wenger
set, immagini Natália Trejbalová
ricerca, collaborazione drammaturgica Stella Succi
vestiti Fabio Quaranta
disegno luci Elena Vastano
consulenza set sonoro Attila Faravelli
progetto web Giulia Polenta
organizzazione Francesca d’Apolito
diffusione Alessandra Simeoni
produzione Associazione L’altra
coproduzione Triennale Milano Teatro; Fondazione del Teatro Grande di Brescia; Festival
Aperto/Fondazione i Teatri – Reggio Emilia; Centro Nazionale di Produzione della Danza
Virgilio Sieni; Snaporazverein; Short Theatre
artista associata Triennale Teatro Milano 2021-2024
in collaborazione con Dialoghi – Residenze delle arti performative a Villa Manin 2022 –
2024; nell’ambito del progetto residenze coreografiche Lavanderia a Vapore; con il
sostegno di Primavera dei Teatri
compagnia finanziata da MiC – Ministero della cultura
The tempest songbook
The Tempest Songbook - domenica 10 novembre, ore 18.00 Teatro Cavallerizza - è uno spettacolo costruito su una struttura musicale che intreccia parte della musica di scena per La Tempesta di Shakespeare (composta nel 1695 e attribuita a Henry Purcell) e The Tempest Songbook di Kaija Saariaho, un ciclo di sei brani per soprano, baritono e ensemble di strumenti d’epoca scritto fra il 1992 e il 2004.
The Tempest Songbook esplora liberamente i temi e i personaggi dell’opera di Shakespeare, creando una suggestiva visione lirica attraverso suoni nuovi e antichi. Per questo allestimento in forma di concerto scenico, FontanaMIX ensemble si avvale di due giovani voci, Paolo Leonardi e Laura Zecchini, scelti attraverso un’apposita masterclass curata da Alda Caiello.
Crediti
Domenica 10 novembre, ore 18.00 Teatro Cavallerizza
THE TEMPEST SONGBOOK
Musiche di Kaija Saariaho, Tempest Songbook per soprano, baritono e ensemble (2004) e di Henry Purcell, da The Tempest, or The Enchanted Isle (1695)
Laura Zecchini soprano – Paolo Leonardi baritono
FontanaMIX ensemble
Lavinia Guillari flauto dolce, Marco Ignoti chalumeau, Mario Strinati liuto, Filippo Pantieri cembalo, Valentino Corvino violino, Giacomo Scarponi violino, Corrado Carnevali viola, Sebastiano Severi violoncello, Pietro Agosti contrabbasso
Francesco La Licata direttor