Caso Max Mara: fa discutere la decisione della Società di fare un passo indietro
Per il colosso della moda non esistono più le condizioni per proseguire nel progetto

Si accende in città la polemica dopo la decisione (a sorpresa) da parte di Max Mara di non dar seguito agli impegni presi con l’Amministrazione Comunale di Reggio Emilia di creare nelle zona delle ex Fiere un Polo della Moda.
La "solidarietà" di Cgil
REGGIO EMILIA - Per Cristian Sesena , Segretario Generale di Cgil Reggio Emilia, siamo di fronte ad "una visione padronale che supera i confini della fabbrica per estendersi alla città tutta e la dice lunga di quanto schemi e logiche del secolo scorso continuino a essere tenuti pervicacemente in vita."
Sempre su questo tema Sesena difende l'operato del " Sindaco, e di quei consiglieri comunali, cui va la nostra piena solidarietà, che avrebbero chiesto, auspicato, in sede di discussione del piano urbanistico, anche una soluzione positiva della vertenza in atto.
Un gruppo industriale non rappresenta la città
Il dibattito politico, il rispetto delle opinioni anche diverse, l’agire democratico di una Amministrazione pubblica - afferma ancora il Segretario regionale di Cgil - non devono mai essere soggette a condizionamenti o approvazione di un gruppo industriale, seppur importantissimo come quello rappresentato dalla famiglia Maramotti."
Opposizione: il Sindaco Massari si dimetta
Non sono di questo avviso i partiti della Lega e di Fratelli d'Italia. In particolare Alessandro Aragona, consigliere comunale di Fratelli d’Italia a Reggio Emilia , con una certa ironia scrive " “Da dovunque ci stia ascoltando, sindaco Massari, ascolti il messaggio che arriva dal nostro gruppo consiliare: si arrenda. Vada nel suo ufficio e rassegni le dimissioni”
Dietrofront
Una cosa è certa: il Gruppo Max Mara della famiglia Maramotti dopo aver auspicato la creazione di un grande Polo della Moda in zona Fiere ha fatto marcia indietro non trovando più quelle condizioni iniziali che l'avevano portato a prendere questa decisione.