La mano della 'ndrangheta nelle ricostruzioni del 2012: nell'indagine "Sisma" arresti anche a Reggiolo
4 persone in carcere e 5 agli arresti domiciliari, fra cui architetti, ingegneri, imprenditori e impiegati bancari
Nelle ultime ore i Carabinieri di Mantova sono al lavoro per una serie di perquisizioni e di arresti in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto e Calabria per l'indagine "Sisma".
L'indagine "Sisma"
REGGIOLO - Dopo Aemilia, che ha visto condanne pesanti per gli esponenti della cosca Grande Aracri, l'attenzione si sposta sui Dragone: la Procura di Mantova ha avviato una vasta indagine contro la 'cosca 'ndranghetista, coinvolta nelle ricostruzioni post sisma del 2012.
Le operazioni oggetto di indagine avrebbero favorito gli affari della cosca Dragone nell’assegnazione dei fondi per la ricostruzione degli immobili danneggiati.
9 arresti
Le indagini hanno condotto all'arresto di 9 persone, mentre resta ancora a piede libero il decimo complice. I reati contestati sono a vario titolo concussione, corruzione e intestazione fittizia di società.
L'operazione ha visto la collaborazione dei Carabinieri di tutte le province coinvolte. I 9 indagati raggiunti dalla misura di custodia cautelare al momento si trovano 4 in carcere e 5 agli arresti domiciliari, fra cui architetti, ingegneri, imprenditori e impiegati bancari.
Uno dei 9 arresti è stato effettuato anche nella nostra provincia, a Reggiolo.
Lo schema
Gli imprenditori e i beneficiari dei finanziamenti, si sarebbero rapportati con il tecnico secondo uno schema collaudato: la corresponsione di somme (in genere pari a circa il 3% del contributo) per garantirsi la trattazione della propria pratica in violazione dell’ordine cronologico e con aumenti dell’importo del contributo pubblico a fondo perduto (in un caso a 950.000 euro anziché 595.000 come originariamente stabilito).
La concussione prevedeva che il contributo pubblico fosse elargito ai richiedenti solo a condizione che affidassero i lavori di ricostruzione a delle società facenti capo al tecnico istruttore e al padre di questi. Le società, che di fatto sarebbero state gestite dal padre del pubblico ufficiale, erano intestate a prestanomi.
L'architetto Giuseppe Todaro
Tra i nomi responsabili dei fatti spicca quello dell'architetto Giuseppe Todaro, descritto nell’ordinanza di custodia cautelare “libero professionista” che, però, dall’agosto del 2014 al 31 dicembre del 2021, sembra aver ricoperto “in via continuativa” il ruolo di “tecnico aggiuntivo esterno presso gli uffici tecnici dei Comuni mantovani colpiti dal sisma, occupandosi dell’istruttoria delle istanze di contributo regionale per la ricostruzione e la ristrutturazione degli immobili danneggiati.
L'esposto
L'indagine "Sisma" ha preso vita proprio da un esposto da parte di un imprenditore lombardo che si lamentava proprio circa il comportamento dell'architetto.
Nell'ordinanza, inoltre, viene marcato il rapporto di parentela che Todaro aveva con soggetti appartenente alla cosca Dragone.