Saman Abbas, venerdì c'è stata la prima udienza del processo
Presenti in aula zio e cugini. Ovviamente assente il padre, ma gli inquirenti stanno pensando di processarlo in videocollegamento
Venerdì 10 febbraio ha avuto inizio il processo per l'omicidio di Saman Abbas, la diciottenne pakistana uccisa dalla famiglia nel 2021 per essersi opposta al matrimonio combinato.
La prima udienza del processo
REGGIO EMILIA - L'udienza di venerdì sull'omicidio di Saman Abbas ha visto la presenza in tribunale dello zio Danish e dei due cugini della ragazza. Si è svolto un confronto tra le parti civili, una ventina tra associazioni, enti, organizzazioni no profit che a vario titolo hanno rivendicato un danno subito dal crimine e i difensori degli imputati che hanno ribattuto punto su punto.
E il padre di Saman?
Si è discusso anche di Shabbar Abbas, il padre di Saman, arrestato in Pakistan lo scorso novembre per motivi estranei all'omicidio e per il quale l'Italia ha chiesto l'estradizione, ancora non accolta dal Pakistan.
L'obiettivo degli inquirenti è processarlo in videocollegamento o comunque evitare che la sua posizione rimanga “congelata” in attesa della decisione sull'estradizione.
Prossima udienza
Venerdì 17 gennaio la Corte di Assise si esprimerà a proposito di Shabbar, e deciderà anche chi dei tre uomini imputati includere e chi escludere dal processo e dalle condanne.
Assente il fidanzato
Saqib Ayub, il fidanzato di Saman con cui lei voleva vivere, non era presente in tribunale. Il motivo lo spiega alla ‘Dire’ il legale del 24enne, che ha deciso di costituirsi parte civile, Claudio Falleti:
“Comprensibilmente c’è da un lato la difficoltà e la paura di incontrare personalmente gli imputati che sono stati tradotti in aula, anche solo di stargli fisicamente vicino, dall’altra parte anche per limitare la pressione processuale e mediatica nei suoi confronti”.
Il ragazzo sta anche pensando di aprire una fondazione in memoria di Saman, per aiutare tutte le ragazze costrette a vivere gli stessi soprusi.
Assente anche il fratellino
Oltre al fidanzato, assente in tribunale anche il fratello di Saman, testimone chiave dell'accusa, che ha indicato lo zio Danish come esecutore materiale dell'omicidio. Come ha dichiarato il suo avvocato Valeria Miari:
"Questo ragazzo ha squarciato il velo dell'omertà emerita rispetto da parte di tutti. Non so quanti sedicenni avrebbero avuto il coraggio di fare un passo contro, il cui prezzo è stato, è, e sarà immane. Aspetta una risposta e la vuole dall'Italia, dalle istituzioni e da nessun altro".
La difesa
Ma per il difensore di Danish, l'avvocato Liborio Cataliotti, il giovane non è credibile: "Le sue accuse sono smentite dai filmati di quella notte, non è rientrato nella casa di Abbas quella notte", ha detto ancora il legale, sottolineando come il ritrovamento del corpo di Saman, a metà novembre, "sia stato reso possibile solo ed esclusivamente per il contributo di Hasnain".