Aipo, dopo lo scandalo il direttore dice "no" alla richiesta di dimissioni e chiede la sospensione
Il direttore è accusato di corruzione e peculato insieme ad altre 4 persone
Dopo lo scandalo scoppiato all'Agenzia per il Po che ha visto più persone indagate per corruzione e peculato, il direttore Meuccio Berselli non ha accettato la richiesta di Aipo di dimittersi.
La richiesta di dimissioni
REGGIO EMILIA - A seguito delle notizie di stampa relative alle indagini svolte dalla Guardia di Finanza di Parma e dalla Procura della Repubblica di Parma, venerdì 3 febbraio il Comitato di Indirizzo di AIPo formato dagli Assessori delle quattro Regioni costitutive (Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto) si è riunito d'urgenza per fare il punto della situazione.
All'unanimità gli assessori hanno condiviso la decisione di chiedere le dimissioni del Direttore Meuccio Berselli da cui si attende riscontro nelle prossime ore.
Ancora ignoti gli altri provvedimenti
Il Comitato di indirizzo di Aipo, a tutela dell’Agenzia e delle istituzioni che rappresenta, si riserva di assumere ogni altra decisione in relazione all’evolversi dell’indagine. Tuttavia, restano ancora ignori gli ulteriori provvedimenti.
Berselli dice "no" alle dimissioni
Il direttore si dice pronto a collaborare con gli inquirenti e fa sapere, tramite il suo legale, che non ha intenzione di accogliere la richiesta di dimissioni fatta da Aipo, ma che ha già provveduto a inoltrare tramite pec la richiesta di sospensione del servizio a partire da oggi, che implica un allontanamento volontario.
Le accuse
Berselli è accusato di corruzione, per aver accettato buste con denaro in contanti da un'impresa edile in cambio di appalti, insieme ad altre 4 persone: un altro dirigente dell'Agenzia interregionale per il fiume Po, il rappresentante legale di una azienda edile di Parma e due sue dipendenti.
Su di lui ricade anche l'accusa di peculato per aver utilizzato per fini personali le auto aziendali, punto di partenza dell'operazione che ha poi portato alla sua svolta.