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Caso Saman, lo zio Danish: "non l'ho uccisa io". Intanto in Pakistan la richiesta di libertà su cauzione per Shabbar

Lo zio ha dato agli inquirenti la sua versione dei fatti, smentendo di essere l'esecutore dell'omicidio

Caso Saman, lo zio Danish: "non l'ho uccisa io". Intanto in Pakistan la richiesta di libertà su cauzione per Shabbar
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Nuovi sviluppi sull'omicidio di Saman Abbas, la diciottenne pakistana uccisa dalla sua famiglia per la semplice volontà di condurre una vita diversa e per aver rifiuto il matrimonio combinato con il cugino.

La versione dello zio Danish

REGGIO EMILIA - Danish Hasnain, lo zio di Saman Abbas ritenuto da tempo l'esecutore del suo omicidio, ha voluto chiarire la sua posizione. L'uomo ha detto di non aver ucciso lui la nipote, ma ha ammesso di aver accompagnato i due cugini della ragazza, Nomanhulaq Nomanhulaq e Ikram Ijaz, a seppellirne il corpo.

Lo zio Danish Hasnain, che il 18 novembre 2022 ha indicato dove scavare per trovare il cadavere della giovane parente scomparsa dal 30 aprile 2021, due giorni prima aveva chiesto di parlare con la polizia penitenziaria del carcere di Reggio Emilia: "Voglio dirvi che io non ho ucciso Saman e per questo io non voglio avere una condanna per colui che ha ucciso Saman". 

Come sarebbe andata

L'uomo racconta di essere stato chiamato dal padre di Saman e di non avergli risposto. Poi è stato raggiunto dai cugini mentre dormiva e tutti insieme sono andati dagli Abbas. Avrebbe visto in terra, tra le serre, il cadavere della ragazza e ha aggiunto che i cugini avrebbero incolpato la madre di Saman, Nazia Shaheen, anche se secondo lui non era andata veramente così.

I tre hanno portato il corpo al casolare, dove già c'era una pala pronta per scavare, e lo hanno seppellito.

Breve udienza in Pakistan

Nel frattempo, dopo continui rinvii sull'estradizione, in Pakistan ieri si è tenuta una breve udienza per Shabbar Abbas, arrestato lo scorso 17 novembre, per accuse estranee al caso e accusato in Italia di aver organizzato e fatto eseguire l'omicidio della figlia.

Oltre al padre della ragazza in aula erano presenti la difesa, il pubblico ministero e un funzionario dell'ambasciata italiana.

Il legale dell'uomo e il pubblico ministero hanno discusso sulla correttezza della documentazione italiana e il giudice ha nuovamente rinviato il procedimento al 7 febbraio. 

Manca poco al processo in Italia

La difesa, inoltre, ha presentato la richiesta di libertà provvisoria su cauzione, e anche questo aspetto verrà esaminato nella prossima udienza.

Intanto il 10 febbraio, data di inizio del processo a Reggio Emilia, è sempre più vicino ed è ormai palese che Shabbar non vi prenderà parte. Senza tralasciare il fatto che la madre di Saman, che ha accompagnato la figlia a morire, resta sempre latitante. 

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