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Lo zio di Saman e il video sul luogo del delitto: "è stata la madre ad ucciderla"

Intanto l'avvocato di Shabbar dà la colpa allo Stato italiano per averla "costretta" a entrare in comunità

Lo zio di Saman e il video sul luogo del delitto: "è stata la madre ad ucciderla"
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Oggi a Reggio Emilia si terrà la seconda udienza del processo per la morte di Saman Abbas, la 18enne pakistana uccisa a maggio 2021 dalla famiglia per essersi opposta alla vita che il 'sistema' aveva pensato per lei. Intanto in un video esclusivo lo zio Danish ha mostrato il punto esatto in cui è stata seppellita, incolpando la madre dell'omicidio.

Lo zio di Saman e il video sul luogo del delitto

REGGIO EMILIA - In un video affidato ai Carabinieri di Reggio Emilia, mandato in onda lo scorso mercoledì dalla trasmissione Chi l'ha visto?, lo zio di Saman indica agli inquirenti il punto del casolare in cui Saman è stata sappellita, a soli 700 metri dalla casa in cui viveva la famiglia Abbas.

Si rivolge, tra le lacrime, direttamente al Sostituto Procuratore: "per me Saman era come una figlia, io non sono cattivo, non l'ho uccisa io". 

L'uomo sostiene di aver trovato la nipote già morta e accusa dell'omicidio la madre di Saman, l'unica ancora latitante.

Il processo

E in effetti tra gli imputati del processo iniziato lo scorso 10 febbraio a Reggio Emilia c'è anche Nazia, insieme allo stesso Danish, ai due cugini di Saman e suo marito, arrestato lo scorso novembre in Pakistan per ragioni estranee all'omicidio. Molteplici sono stati i tentativi per la sua estradizione, tutti vani; per questo si sta pensando di processarlo attraverso un collegamento video.

La difesa attacca lo Stato italiano

L'avvocato di Shabbar Abbas è intervenuto con alcune dichiarazioni surreali proprio nel corso della puntata di Chi l'ha visto?, dando la colpa allo Stato italiano:

"Non è Shabbar a doversi difendere, ma lo Stato italiano con le sue leggi. Ha recluso la ragazza in una comunità per gli studi superiori. La famiglia non voleva che ci andasse e non lo voleva neanche lei, tanto è vero che è scappata più volte per tornare dalla famiglia. Lo scontro era tra Saman e le autorità locali, che l'avevano messa nella comunità. Non permettevano ai genitori di incontrarla e di pregare come una musulmana".

Cos'è successo quel 30 aprile?

Dichiarazioni che entrano in contrasto con i fatti raccontati dalla stessa Saman, poco tempo prima del delitto. La ragazza, infatti, si era affidata agli assistenti sociali perché la famiglia aveva deciso di portarla in Pakistan per farle sposare il cugino di 10 anni più grande e quel giorno era tornata a casa solo per prendere dei documenti, ma da allora non si hanno avuto più sue notizie.

La 'verità' della difesa

"Saman ha incontrato i genitori il 30 aprile 2021 e poi è tornata nella comunità. La verità è che quel giorno la ragazza era andata dai genitori per dire loro che voleva lasciare l'Italia per sempre, perché molti ragazzi sono spaventati dalla vita in comunità. Shabbar aveva deciso di lasciare il Paese, per questo ha comprato il biglietto per il Pakistan due o tre giorni prima. Saman ha detto loro che li avrebbe raggiunti presto, appena avrebbe avuto i documenti perchè la comunità italiana le aveva proibito di spostarsi".

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